Giappone, Abe e 'womenomics' per ripartire

Miyuki Kashima (BNY Mellon) spiega che la concenzione del Sol levante solo come grande esportatore è ingannevole. Le maggiori opportunità, dice, sono nelle aziende esposte all’economia domestica, in particolare le small cap. E l’entrata delle donne nel mondo del lavoro farà la differenza.

Valerio Baselli 12/06/2019 | 09:35
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Miyuki Kashima, responsabile azioni giapponesi per BNY Mellon. Grazie di essere qui Miyuki.

Miyuki Kashima: È un piacere.

Baselli: Il mercato giapponese si trova da diverso tempo lontano dai riflettori e nonostante le attuali attrattive valutazioni, gli investitori restano scettici. Come mai secondo lei?

Kashima: Credo che la ragione principale sia il fatto che viene ancora visto come un paese esportatore. Ad esempio le recenti preoccupazioni sul commercio globale non hanno giovato al Giappone. Tuttavia, nella realtà, il peso dell’export sul Pil è inferiore a quello di molti altri paesi nel mondo. Credo che ci sia una percezione sbagliata sul Giappone.

Baselli: Quali sono le principali ragioni che la spingono e essere ottimista sul Giappone? Più in concreto, cosa si aspetta dalle azioni nipponiche?

Kashima: Credo che quando il Giappone soffriva di deflazione c’erano in effetti delle buone ragioni per essere negativi. Ma da quando l’Abenomics è entrata in vigore la situazione è cambiata: i salari aumentano e c’è inflazione, anche se modesta. Nel tempo, il Giappone è diventato una grossa economia, e come ho già menzionato l’export non pesa così tanto in percentuale. Ci sono quindi molte opportunità sul mercato giapponese, in particolare nell’economia domestica che sta crescendo e dove è piuttosto facile trovare aziende interessanti, specialmente tra le small cap. E proprio perché il sentiment adesso è negativo, è il tempo giusto per guardare al Giappone.

Baselli: Dall’altro lato, quali sono i principali rischi?

Kashima: Ci potrebbero essere dei rischi derivanti dalle politiche, ma in realtà la situazione è rimasta molto stabile, forse tra le più stabili al mondo. Se Abe dovesse tornare sui suoi passi, questo potrebbe essere un rischio. Ma le probabilità che ciò avvenga sono estremamente basse.

Baselli: Per chiudere, parliamo di uno dei più grandi cambiamenti che il panorama corporate giapponese sta vivendo, la cosiddetta “womenomics”. Che cos’è? E perché è importante per gli investitori?

Kashima: Quando Abe prese in potere nel 2012, disse innanzitutto quanto fosse importante uscire dalla deflazione e ritrovare il cammino della crescita. Parte di questa strategia prevedeva un maggior coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro. Prima, solo metà della popolazione era attiva da questo punto di vista. Da allora, tre milioni di donne sono entrate a far parte della forza lavoro e questo dà una spinta contro alcuni dei problemi di lungo corso del Giappone, come l’invecchiamento della popolazione.

Baselli: Grazie mille Miyuki.

Kashima: Prego.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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