La frontiera rallenta ma ci crede ancora

Nella ultime settimane l’asset ha perso un po’ di tono. Ma le prospettive di medio periodo, dicono gli analisti, sono buone.

Marco Caprotti 31/05/2019 | 16:19
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I mercati di frontiera rallentano, ma non sembrano aver intenzione di rinunciare alle loro potenzialità. La categoria Morningstar dedicata ai mercati non ancora emergenti nell’ultimo mese (fino al 29 maggio e calcolata in euro) ha  perso lo 0,6%, portando a +8,65% la performance da inizio anno.

Categoria Morningstar Azionari Global Frontier
frontiera grafico


Dati in euro aggiornati al 20 maggio 2019
Fonte: Morningstar Direct

Certo, l’andamento da gennaio non è ancora sufficiente a recuperare il -14% segnato nel 2018. Ma va sottolinato come il progresso sia stato ottenuto in un momento in cui ci sono dubbi sull’andamento dell’economia globale alimentati, peraltro, dallo scontro commerciale fra Stati Uniti e Cina. Elementi che, di norma, fanno scappare a gambe levate gli investitori dagli asset più rischiosi.

Gli operatori, però, stanno guardando alle potenzialità. Secondo uno studio di Citi Research, il Pil (in aggregato) dei mercati di frontiera dovrebbe passare dal +2,9% fatto segnare nel 2018 al +3,4% quest’anno e salire al 4,1% nel 2020. Gli utili sono un altro elemento che potrebbe fare da catalizzatore con una crescita del 15,2% nel 2019 e del 21,9% l’anno prossimo.

Non mancano tuttavia i rischi. “Da una parte ci sono i continui cambiamenti degli indici” spiega Andrew Howell, Frontier market strategist di Citi. “Il fatto che alcuni paesi siano stati o stiano per essere promossi al rango di emergenti obbliga i gestori a rivedere i portafogli e li costringe a spostarsi su asset che possono essere meno liqudi di quelli che avevano in portafoglio” (leggi qui per un approfondimento). Ci sono poi i pericoli legati ai tassi di interesse e ai suoi effetti sulle dinamiche del debito.

Un Bronzo per la frontiera
Nella categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono nei mercati di frontiera, l’unico strumento con Analyst rating positivo è T. Rowe Price Frontier Markets Eq A USD (Bronze). “Il gestore cerca società di qualità con buone prospettive, quotate in paesi che non facciano parte dei mercati sviluppati ed emergenti o che, nel caso, generino almeno il 50% dei profitti nei paesi di frontiera”, spiega Mathieu Caquineau, fund analyst di Morningstar in un report del 24 maggio 2019. “Il processo si basa sulla ricerca fondamentale e il portafoglio è costruito in maniera bottom up. Le analisi macroeconomiche, tuttavia, giocano un ruolo significativo nel determinare la posizione del fondo e la gestione del rischio. A livello di azioni, la qualità è determinata attraverso la sostenibilità della crescita e la corporate governance. Il gestore prima di acquistare un titolo vuole vedere un buon management e un alto livello di trasparenza. L’approccio è di lungo periodo e il turnover degli asset in portafoglio è del 30-50% all’anno”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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