I mercati emergenti vanno a braccetto con l’oro. Una scelta dettata dall’esigenza di accompagnarsi a un classico asset sicuro in un periodo in cui, nelle aree in via di sviluppo, si registrano sia la crescita economica (il Fondo monetario internazionale per le economie emergenti e in via di sviluppo parla di un +4,4% nel 2019 e +4,8% nel 2020), ma anche l’aumento di tensioni che potrebbero metterne a rischio i progressi.
Non è quindi un caso che le Banche centrali di molti paesi emerging stiano raccogliendo metallo giallo nei loro forzieri. Secondo i dati del World gold council (Wgc, l’associazione delle principali aziende minerarie aurifere a livello mondiale), le riserve russe sono salite di 274,3 tonnellate nel 2018. Insieme a Kazakistan, Turchia e India, il paese ha raccolto la metà della produzione mondiale di metallo giallo.
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