Valute da difesa

Franco svizzero, dollaro e yen vengono spesso utilizzati per sentirsi più tranquilli durante le fasi di turboleza dei mercati. Ma non sempre funzionano come ci si aspetta.

Marco Caprotti 18/04/2019 | 09:55
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In un porto sicuro si può attraccare anche con le monete. Si parla in questo caso di valute rifugio, quelle cioè che fungono da protezione in momenti di crisi economica, quando gli investitori non sanno cosa comprare. Per il loro carattere di stabilità, vengono raccolte nel gruppo dei safe haven (letteralmente: porti sicuri) cioè investimenti che si pensa possano mantenere il loro valore (o aumentarlo) nei momenti di turbolenza dei mercati.

Le valute rifugio, però, possono cambiare nel corso del tempo in base alle condizioni di mercato. In periodi di crisi economica, tra l’altro, c’è il rischio che l’acquisto di beni rifugio possa innescare un eccesso di domanda e una bolla speculativa che potrebbe favorire l’instabilità dei prezzi. Quell’elemento, cioè, da cui il risparmiatore voleva fuggire puntando proprio alle valute rifugio.

Uno dei sistemi tradizionali per esporsi alle valute rifugio è quello di acquistare obbligazioni governative denominate nella divisa in questione, partendo dal presupposto che le monete, così come i government bond, sono emessi nella maggior parte dei casi dagli stati e quindi godano di una particolare forma di protezione.

Franco svizzero
Il franco svizzero è considerato la moneta rifugio per eccellenza. Questo perché la Svizzera ha un settore finanziario sicuro e stabile, possiede un mercato dai capitali a bassa volatilità e una disoccupazione ridotta al minimo. Tutto questo unito a un tenore di vita elevato e a un bilancio economico positivo.

I vantaggi di operare con il franco svizzero in una situazione di crisi sono soprattutto due. 1) Stabilità: la stabilità economica del paese viene trasferita nella sua valuta che quindi viene percepita come sicura. L’indipendenza della Svizzera dall’Unione europea e la sua storica neutralità nei conflitti, inoltre, aiutano anche a proteggere la valuta da qualsiasi crisi politica ed economica che possa interessare l’Eurozona (ad esempio Brexit) e dalle tensioni internazionali. 2) Redditività: vista la stabilità del governo svizzero e del suo sistema finanziario, il franco svizzero in una situazione di crisi o di recessione economica generalmente ha una forte tendenza al rialzo derivante dall’aumento della domanda estera che produce un ulteriore apprezzamento della valuta.

Nella tabella in basso sono elencati i fondi della categoria Morningstar bond CHF

bond franchi

Dollaro Usa
Un’altra valuta che è stata tradizionalmente considerata un safe haven è il dollaro americano. Questo perché viene utilizzato come valuta di riferimento nel commercio estero e questo ha contribuito a mantenere la sua reputazione come bene rifugio.

“Va però tenuto presente che il biglietto verde non ha sempre assolto al suo compito di porto sicuro”, dice Tanguy De Lauzon, responsabile Capital Market e Asset Allocation di Morningstar Investment Management EMEA. “Le nostre analisi dimostrano che la valuta Usa ha funzionato bene nelle fasi di stress degli asset europei solo tre volte nelle ultime 10 fasi di correzione. Insomma, non è sempre stato uno strumento così difensivo come uno potrebbe pensare”.

Nella tabella in basso sono elencati i fondi che investono in bond USD

Bond USD

Yen
Anche lo yen è un’altra altra valuta rifugio per eccellenza. La divisa nipponica si è apprezzata contro l’euro, il dollaro e le altre divise in tempi di congiuntura mondiale debole, mentre ha perso valore nei momenti in cui l’economia globale era in crescita. A ciò si aggiunge il fatto che il Giappone ha dovuto fare i conti con una mancata crescita dei prezzi per molti anni. Considerando questi fattori negativi, perché allora lo yen rientra tra le valute rifugio per eccellenza?

La risposta è nel fatto che il Giappone è da sempre ritenuto un grande creditore, con una imponente forza lavoro e leader nel settore dell’elettronica, dell’auto e dei componenti tecnologici. A ciò si aggiunge il fatto che il debito enorme del Giappone è per il 90% nelle mani dei giapponesi stessi, per cui è più difficile vedere attacchi speculativi al debito del paese.

Va considerato, tuttavia, che anche lo yen può soffrire della stessa imprevedibilità del dollaro. “Il crollo dell’hi-tech del 2000 ha visto la moneta nipponica deprezzarsi del 27% contro l’euro, mentre durante la crisi finanziaria del 2008 ha prodotto un rally del 32%”, dice De Lauzon.

Nella tabella sotto sono elencati fondi della categoria Morningstar bond JPY

bond JPY

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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