Negli Stati Uniti, è alle porte la stagione delle assemblee societarie, che generalmente va da metà aprile a fine giugno ed è anche chiamata proxy season perché gli azionisti sono chiamati a votare direttamente o per delega su questioni legate alla governance e alla direzione strategica di un’azienda. Le questioni all’ordine del giorno possono essere le più diverse da eventi relativi alla struttura del capitale sociale, a fusioni e acquisizioni, a cambiamenti nei consigli di amministrazione e così via.
Il termine “proxy”, in senso stretto, si riferisce a come gli azionisti esercitano il loro voto, ma con un significato più ampio è arrivato ad abbracciare tutte le attività connesse alle assemblee delle aziende, che, per altro sono sottoposte a regolamentazione da parte delle autorità di vigilanza (la Sec negli Usa).
Oltre la governance, più attenzione ai rischi ambientali e sociali
“Gli azionisti usano il voto in assemblea per influenzare le pratiche di governo societario da circa 80 anni”, spiega Jackie Cook, Director of Manager Research Sustainable stewardship di Morningstar , intervenuta al Salone del risparmio il 4 aprile. “Se guardiamo lo storico delle risoluzioni, vediamo come queste pratiche mirassero a rafforzare la corporate governance, combattendo visioni strategiche di breve periodo, già prima della crisi finanziaria del 2008”.
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