2018 da record per le M&A

Nonostante la volatilità dei mercati azionari e il rallentamento dell’economia, l’anno scorso le operazioni in Usa e in Europa hanno superato i 3mila miliardi di dollari.

Marco Caprotti 19/02/2019 | 14:49
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Tecnologia e media hanno dettato la linea. È merito di questi due settori, infatti, se il 2018 è stato archiviato come il quinto anno consecutivo in cui l’attività di fusioni e acquisizioni in nord America e in Europa ha registrato un risultato superiore ai 3mila miliardi di dollari.

Meno deal ma più ricchi
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Il dato emerge dall’ultimo report di Pitchbook sulle M&A a livello globale dell’anno scorso. “Il risultato è di particolare rilievo, considerando la frenata degli indici che si è vista sulle due sponde dell’Atlantico”, dice lo studio. Anche il segmento materials & resources, guidato dall’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer, ha avuto un buon risultato. “Va sottolineato che, nel corso dell’anno, i tassi di interesse in Usa sono saliti rendendo i finanziamenti per le acquisizioni più costosi”, continua il report. “Il costo del denaro è rimasto stabile in Europa: l’economia della regione sta rallentando e diversi paesi – inclusi Germania e Francia – sono vicini alla recessione”.

Il buon andamento di queste operazioni ha tenuto le valutazioni alte, con multipli che si sono avvicinati a quota 10. “Curiosamente questi multipli sono cresciuti in Europa, raggiungendo livelli record, mentre sono scesi in Usa”, continua il report. “Quanto successo nel Vecchio continente è dovuto in parte al balzo del valore mediano delle operazioni, cresciuto del 32,4% rispetto all’anno precedente (arrivando a 34,2 milioni di dollari), perché le operazioni più grandi tendono a trattare a multipli più alti”. I deal transnazionali sono stati colpiti dall’ondata di protezionismo che ha attraversato alcune regioni. “Questo è vero soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti che con la loro retorica isolazionista hanno scoraggiato i possibili acquirenti. Soprattutto cinesi”, spiega lo studio. “Altre regioni stanno frenando per quanto riguarda la globalizzazione. Inoltre la crescita mondiale è in una fase di stallo e questo, di solito, tende a diminuire le fusioni cross border”.

La forte attività di M&A sui due lati dell’Atlantico ha portato il valore dei deal al secondo livello più alto mai registrato. L’anno è terminato con 19.501 operazioni chiuse (-15,6%) per in valore totale di 3.600 miliardi di dollari (+6,3%). Il totale è inferiore dell’1,8% rispetto a quello massimo del 2016. Rispetto a quell’anno, il numero di operazioni è sceso del 20%. “In una situazione di tassi in crescita, probabilmente gli acquirenti hanno preferito muoversi con il costo del denaro ancora reativamente basso”, dice il report. Il 2018 è stato un anno di operazioni importanti di cui sei sopra i 50 miliardi di dollari. L’acquisizione da parte del gigante delle Tlc, AT&T, di Warner Media per 85 miliardi è stata la transazione più grande. “La mossa ha creato una società che assomiglia vagamente a Comcast dopo l’acquisizione di NBC Universal”, dice il report. “Il deal mostra anche come i distributori di contenuti puntino ai creatori”.

Nel settore risorse e materiali, l’operazione Bayer-Monsanto ha dato il via a un’ondata di matrimoni simili. Per avere l’ok delle autorità Bayer ha dovuto cedere due business unit a Basf. Nel frattempo Carlyle Group si è lanciata su Aknozobel Specialty Chemicals sborsando 11,8 miliardi.

“In generale, i discorsi su un rallentamento dell’economia stanno portando a un calo delle M&A”, dice il report. “Questo fattore, tra l’altro, potrebbe contribuire alla frenata della congiuntura globale”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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