Le strategie sui dividendi non sono tutte uguali. Se un investitore vuole un Etf (Exchange traded fund) specializzato sui titoli con cedole generose non deve fermarsi all’etichetta. In primo luogo, deve sapere che questi strumenti appartengono alla famiglia degli Strategic beta, ossia sono fondi passivi che non seguono i tradizionali indici a capitalizzazione. In secondo luogo, fanno parte del gruppo di prodotti orientati al rendimento, che si pongono l’obiettivo di ottenere ritorni migliori rispetto ai benchmark standard. In terzo luogo, il paniere è costruito sulla base di vari criteri, tra cui il tasso di distribuzione agli azionisti (payout ratio), il tasso di crescita o la stabilità della cedola nel tempo. Infine, ci sono Etf che combinano anche altri approcci, come ad esempio la bassa volatilità.
Per cogliere le differenze, è necessario guardare a come è costruito l’indice, in particolare a tre caratteristiche: il dividend yield, la crescita dei dividendi e la sostenibilità nel tempo.
Dividend yield
Il dividend yield è un indicatore di rendimento dato dal rapporto tra il dividendo staccato da un'azione e il prezzo di mercato della stessa. Viene utilizzato nella valutazione di un’azienda a confronto di un’altra o di un gruppo omogeneo di società. Un valore più alto indica una migliore capacità di remunerare il capitale investito. Si tratta, tuttavia, di una misura statica, che da sola non è sufficiente. A livello di portafoglio di un Etf si può utilizzare il dato “Yield 12 mesi”, disponibile anche nelle schede dei fondi, che è il risultato del totale dei pagamenti di dividendi del fondo diviso per il valore patrimoniale netto (Nav), più le eventuali plusvalenze distribuite nel periodo.
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