VIDEO: Btp attrattivi, ma meglio aspettare

Per Ewout Van Shaick (NN Investment Partners) i titoli di Stato italiani potrebbero rappresentare una buona opportunità, ma la situazione politica suggerisce di attendere ulteriori sviluppi. Per l’anno prossimo, il gestore punta su mercati emergenti ed Europa. Guerra commerciale e Italia permettendo.

Valerio Baselli 15/11/2018 | 10:28
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti alla Morningstar Investment Conference a Milano. Sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Ewout Van Shaick, responsabile multi-asset di NN Investment Partners. Buongiorno Ewout e grazie.

Ewout Van Shaick: È un piacere.

Baselli: Parliamo dei titoli di Stato italiani, i Btp. In questo contesto di tassi che restano storicamente molto bassi, vede in questo momento i Btp più come un’opportunità d’investimento o più come un asset rischioso? E Perché?

Van Shaick: Credo che per natura e per l’attuale assetto dell’Eurozona, i Btp siano diventati “credito”, hanno uno spread di credito contro il vero asset rifugio, che è il Bund. Sono attrattivi? Dipende dal tuo orizzonte temporale e dalle tue previsioni sul ruolo dell’Italia all’interno della zona euro. Se si crede che l’Italia resterà all’interno della zona euro e il tuo orizzonte temporale è sufficientemente lungo, allora sì, sono una buona opportunità. Personalmente, però, credo che sia troppo presto. Se guardo all’assetto politico attuale e ai rapporti tra il governo italiano e l’Europa, sento che c’è bisogno di ulteriore pressione per arrivare a una soluzione finale. Se si ha questa visione, forse occorre aspettare ancora un po’ fino a che un’opportunità concreta si presenti.

Baselli: Negli Usa si sono svolte le elezioni di medio termine. Sei mesi fa, tutti si aspettavano che la guerra commerciale avrebbe rallentato la crescita americana, ma questo non è successo. La Borsa ha continuato a correre nel terzo trimestre e i dati macro hanno sorpreso positivamente. Cosa, secondo lei, potrebbe provocare una frenata dell’azionario americano? E qual è la sua visione su questo mercato?

Van Shaick: Gli Stati Uniti hanno sorpreso molti investitori. Se si guarda quest’anno, si sarebbe dovuto semplicemente andare lunghi sull’equity americano e corti su tutto il resto, ma la maggior parte degli investitori erano posizionati diversamente. Abbiamo sottostimato la forza dell’economia americana, e la ragione dietro questa forza è stato il pacchetto fiscale, che ha permesso al mercato Usa di performare così bene.

Per il prossimo anno mi aspetto che l’economia americana rallenti gradualmente, in quanto non si avrà più questa forte spinta fiscale, e che la crescita si normalizzi. Mi attendo anche che il gap tra gli Usa e il resto del mondo (emergenti, Europa, Giappone) si riduca. Se si ha una prospettiva obbligazionaria, anche nel caso in cui le azioni americani continuino a guadagnare, ci si aspetta che gli emergenti, l’Europa, la Cina facciano meglio. Questo è quello che mi aspetto.

Il problema sono le incertezze legate alla guerra commerciale e all’Eurozona. Per il 2019, credo che si debbano sovrappesare gli asset non americani, rispetto a quelli americani, ma ancora una volta si deve aspettare il momento giusto per entrare.

Baselli: Per concludere, in quanto gestore multi-asset lei ha a sua disposizione una vasta gamma di possibili investimenti. Dove vede oggi le migliori opportunità e i rischi maggiori?

Van Shaick: In parte ho già risposto precedentemente, credo che le opportunità più interessanti siano in Europa e nei mercati emergenti, sia da una prospettiva azionaria che obbligazionaria. Se guardo agli spread, i titoli a reddito fisso emergenti sono in assoluto i più interessanti. Ma ci sono rischi. Se la guerra commerciale dovesse subire un’escalation o se non dovessimo risolvere i problemi interni all’Eurozona, allora queste due aree avrebbero seri problemi, e dall’altro lato l’ultimo “rifugio” per gli investitori azionari, cioè gli Usa, sono diventati molto cari.

Un terzo rischio potrebbe riguardare le Banche centrali costrette ad alzare i tassi più velocemente del previsto, a causa dell’inflazione, in particolare negli Usa. Se uno di questi tre rischi dovesse materializzarsi, probabilmente tutti i mercati azionari andrebbero male. Se invece questo non dovesse succedere, l’equity sarebbe ancora un asset da possedere. 

Baselli: Grazie molte.

Van Shaick: Un piacere.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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