Nella categoria Morningstar “Azionari settore ecologia”, rientrano i fondi che investono in società specializzate in prodotti e servizi per un ambiente più pulito. Ne sono un esempio i produttori di energie alternative, di sistemi per il controllo dell’inquinamento, il trattamento delle acque e l’efficienza energetica. In Italia sono presenti una quindicina di prodotti di questo tipo, di cui tre hanno ottenuto il Low carbon designation, perché si caratterizzano per un portafoglio a basse emissioni inquinanti e ben equipaggiato per gestire la transizione verso un’economia più pulita.
I fondi sono Amundi Funds II Global Ecology, Mirova Europe Environmental Equity e Pictet Global Environment Opportunities. Tutti e tre si caratterizzano per un Carbon risk score basso (ben al di sotto della soglia del 10%) e un’esposizione alle fonti fossili (Fossil fuel involvement), nulla o minima. Se confrontiamo i dati con quelli del mercato azionario mondiale, rappresentato dall’indice Morningstar global market, notiamo delle differenze significative: il Carbon risk score del benchmark è pari all’11,45% e il Fossil fuel involvement al 9,83%.
Investimenti green
L’analisi dei dati di portafoglio mostra che questi fondi non investono in attività di estrazione del carbone termico, del petrolio e tendono ad avere un’esposizione molto bassa o nulla verso la tradizionale filiera energetica, mentre privilegiano il settore dei trasporti ecologici e delle fonti rinnovabili. Il cosiddetto stranded asset risk (ossia il rischio legato a riserve di greggio o gas che diventeranno inutilizzabili in un’economia low carbon) è azzerato o comunque inferiore a quello del mercato globale nel suo complesso.
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