La frontiera non trova la spinta

Le politiche monetarie e i dazi doganali Usa stanno frenando i paesi non ancora emergenti dopo la buona performance del 2017. L’asset di investimento è rischioso, ma può dare rendimenti superiori a quelli delle aree sviluppate.

Marco Caprotti 06/09/2018 | 11:32
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Sono tempi duri per i mercati di frontiera e per chi ci investe. La categoria Morningstar che raccoglie gli strumenti che puntano sui mercati non ancora emergenti in un mese (fino al 5 settembre e in euro) ha perso il 6,2%, portando a -10,3% la perfomance da inizio anno. Un deciso dietrofront dopo il +9,9% fatto segnare nel 2017.

Categoria Azionari Frontier da inizio anno
frontiera2

Dati in euro aggiornati al 5 settembre 2018
Fonte: Morningstar Direct

Gli ostacoli
L’asset di investimento soffre per gli stessi motivi che stanno frenando i portafogli dedicati agli emergenti: la normalizzazione delle politiche monetarie americane (che spinge gli investitori verso gli strumenti in dollari) e la scelta degli Usa di aumentare i dazi sulle importazioni. Una decisione, quest’ultima, che può pesare non poco sulle entrate di paesi che vivono, fondamentalmente, di esportazioni.

Ci sono poi rischi specifici. “La situazione macro dei mercati di frontiera può essere ancora più incerta di quella degli emerging. Molti paesi, infatti, sono alle prese con scontri politici interni o vere e proprie guerre con i vicini”, spiega Emma Wall, senior international editor di Morningstar UK. “Questi fattori sono imprevedibili e possono impedire la salita anche delle azioni di migliore qualità. I rendimenti per chi investe nei mercati di frontiera possono essere superiori rispetto a quelli che si ottengono nei paesi sviluppati. Ma lo sono anche i rischi”.

Bisogna quindi abbandonare la frontiera? “Si prevede che oltre un terzo di questi mercati crescerà al di sopra del 5% nei prossimi tre anni (ed esempio l'Etiopia e la Costa d’Avorio)”, spiega una nota firmata da Yvette Babb, senior Portfolio manager Frontier Markets Debt di NN Investment Partners. “Inoltre, diversi mercati di frontiera come Ghana ed Egitto stanno beneficiando di programmi del Fondo monetario internazionale a supporto di riforme strutturali e degli afflussi finanziari”.

Fra la frontiera e gli emerging
Il fondo che nel periodo ha cercato di resistere di più allo scivolone dei frontier è Evli Emerging Frontier B (Morningstar rating 3 stelle) che è sceso dell’1,2% in quattro settimane. Il portafoglio investe su società sia dei paesi di frontiera che emergenti. Dal punto di vista geografico, si concentra soprattutto su Asia e Africa, ma non disdegna puntate in Medio oriente e in America latina (dati aggiornati al 31 luglio 2018). Il fondo è gestito in maniera attiva e fa largo uso dello stock picking. La Morningstar Style Box indica una preferenza per le piccole aziende nei segmenti blend e value. Il gestore sceglie società con forti flussi di cassa e basse valutazioni.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Visita il mini-sito Morningstar dedicato a MIFID II.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Evli Emerging Frontier B312,18 EUR-0,25Rating

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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