VIDEO: Se la demografia fa bene ai bond

Malgrado i tassi d’interesse in salita, i fondi obbligazionari registrano flussi positivi. Per Sean Collins, capo economista di ICI Global, la ragione principale è da ricercare nei trend demografici. Gli ETF, inoltre, non sono responsabili della maggiore volatilità dei listini. E i robo-advisor aiutano il mercato a riequilibrarsi.

Valerio Baselli 13/06/2018 | 09:26
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e oggi sono in compagnia di Sean Collins, capo economista di ICI Global, l’associazione che rappresenta a livello globale società di gestione e fondi comuni regolamentati. Buongiorno Sean e grazie di essere qui.

Sean Collins: Grazie a voi.

Baselli: Iniziamo con la politica monetaria statunitense. Dopo aver mantenuto i tassi d’interesse di riferimento vicino allo zero per molto tempo, dalla crisi finanziaria del 2008, la Fed ha iniziato ad aumentare gradualmente il tasso nel dicembre 2015. La BCE farà lo stesso molto presto. Qual è il rischio principale di una transizione così delicata?

Collins: Quando i tassi salgono quello che vediamo tipicamente è che i rendimenti obbligazionari scendono, e i flussi di solito seguono i rendimenti, quindi avremmo potuto aspettarci dei deflussi dai fondi a reddito fisso. Negli Usa, invece, è successo qualcosa di diverso e interessante: nel 2017 abbiamo infatti visto dei rendimenti dei bond in discesa, ma allo stesso tempo forti flussi in entrata verso i fondi obbligazionari. Crediamo ci siano probabilmente diversi fattori dietro a questa tendenza. Il principale è di tipo demografico; la popolazione statunitense (come quella europea) sta invecchiando, e man mano che le persone invecchiano tendono a preferire investimenti meno rischiosi come il reddito fisso anche per ragioni pensionistiche. Questo sta succedendo negli Usa e pensiamo che avverrà anche in Europa.

Baselli: Dallo scorso febbraio stiamo vivendo un ritorno della volatilità nei mercati. Nelle scorse settimane qui in Europa, ad esempio, la crisi politica in Italia e le notizie provenienti dalla Spagna sono stati i principali motori dei mercati. Crede che l’uso sempre più massiccio di ETF, spesso per posizioni tattiche, possa spingere ulteriormente questi movimenti?

Collins: Credo che le grandi oscillazioni di mercato accadono proprio per quello che lei diceva, motivi macroeconomici o politici, questi sono i veri motori del mercato. Gli ETF possono essere lo strumento attraverso il quale gli investitori esprimono la loro posizione sullo sviluppo del mercato. Ma credo che anche senza essi, le persone prenderebbero le stesse posizioni utilizzando altri strumenti, come magari i contratti future. 

Baselli: Infine, i robo-advisor iniziano a prendere piede anche in Europa. Nella sua esperienza, dal momento che tali piattaforme sono molto più sviluppate negli Stati Uniti, come questo modo di gestire i portafogli potrebbe cambiare il ruolo dei consulenti finanziari tradizionali e il comportamento degli investitori?

Collins: Questo è in un certo modo collegato alla sua precedente domanda. I robo-advisor, tipicamente, concepiscono un’asset allocation per poi ribilanciare il portafoglio quando necessario. Ad esempio, se il mercato azionario dovesse scendere, invece di vendere, i robo-advisor ribilancerebbero il portafoglio incrementando la porzione azionaria. Questo crea una specie di equilibrio naturale nel mercato. Potrebbe cambiare un po’ il comportamento degli investitori rispetto al passato, in un certo senso potrebbe dare seguito alla filosofia di molti consulenti tradizionali, cioè “segui la tua allocazione e i tuoi obiettivi ignorando i movimenti di breve termine”.

Baselli: Grazie Sean.

Collins: Grazie.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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