L’Europa cerca gli utili

Le previsioni per la regione, dicono i gestori di MIM, sono positive. Ma le società dovranno essere in grado di far crescere i bilanci. Attenzione alle mosse della Bce.

Marco Caprotti 05/04/2018 | 09:42
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Le Borse europee procedono con cautela e aspettano di vedere i prossimi bilanci aziendali. “Le prospettive per l’azionario dell’area sono positive”, spiega Clémence Dachicourt, portfolio manager di Morningstar Investment Management. “Molto però dipenderà dalla capacità delle aziende di far crescere gli utili. Il 2017 è stato positivo in questo senso, con un progresso che non si registrava da un decennio. Il consensus degli analisti parla di un altro anno solido nel 2018”.

L’osservata speciale resta la Banca centrale europea. “L’istituto sta lentamente rivedendo la sua politica espansiva”, dice Dachicourt. “Prima o poi inzierà a rialzare i tassi di interesse. A quel punto per le aziende diventerà più costoso finanziarsi. In quel momento gli investitori dovranno diventare molto selettivi e avere un portafoglio ben diversificato”.

Per quanto riguarda gli andamenti di Borsa, intanto, l’indice Morningstar dedicato alla regione in un mese (fino al 3 aprile 2018 e in euro) ha guadagnato lo 0,7%

Indice Morningstar Europe
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A livello di categorie Morningstar, quella dedicata ai fondi big cap blend in un mese ha segnato +0,08%. Andamento negativo, invece, per i big cap value (-0,37%) e per i prodotti specializzati su mid e small cap (- 0,10% in media).

Salgono i growth
La categoria che si è messa in evidenza è quella dedicata ai fondi specializzati sulle big cap growth che ha guadagnato quasi lo 0,7%. All’interno di questo segmento, tra i fondi con Analyst rating, quello che si è comportato meglio è Jupiter European Growth L EUR Acc (rating Gold. Morningstar rating: 4 stelle) che ha guadagnato lo 0,8%. “Il processo prevede una profonda conoscenza delle società in cui il gestore fa l’investimento, anche con il contatto costante con il management”, spiega David Holder, fund analyst di Morningstar in un report del 27 aprile 2017. “Il money manager preferisce aziende con un track record solido, un business plan in cui gli amministratori dicono chiaramente di agire nell’interesse degli azionisti e che abbiano prospettive di crescita al di sopra della media. Il gestore vuole avere contatti diretti con le imprese e ne incontra due o tre al giorno. Non ha obiettivi particolari in termini di tempo, ma se un’azione si comporta in base alle attese (o le supera) può essere tenuta in portafoglio a lungo. Se un titolo scende, ma il gestore ritiene che possa fare bene in futuro, allora vengono sfruttate le debolezze per incrementare la posizione. La strategia in caso di vendita è disciplinata e se un’azione non si comporta come atteso viene ceduta velocemente. Il turnover, tuttavia, è abbastanza basso e si attesta intorno al 20% all’anno”.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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