I mercati emergenti possono stare tranquilli. Se ci dovessero essere nuove scivolate delle Borse mondiali, non è detto che le piazze delle regioni in via di sviluppo soffrano. “Secondo l’opinione comune, i mercati emerging sono quelli che pagano di più durante le discese delle Borse, perché devono fare i conti con situazioni rischiose, come le tensioni geopolitiche o strutture economiche e finanziarie più deboli”, spiega Gregg Wolper, analista di Morningstar. “Non è detto però che questo accada o che si verifichi nella misura prevista e temuta dagli operatori”. Durante la crisi finanziaria nel periodo ottobre 2007-marzo 2009, l’indice Msci Emerging market ha perso (in dollari) il 60%: un andamento peggiore rispetto a quello del paniere S&P500 o del basket Msci Aefe (che copre i mercati sviluppati ex US). Ma la performance dell’indice emerging rispetto a quelle dei panieri developed non è stata un vero disastro. Il benchmark del mercato Usa nello stesso periodo è sceso del 55,4% mentre quello dei developed (America esclusa) ha perso il 59,2%. Per venire a tempi più recenti, nella scivolata dei mercati dal 2 all’8 febbraio di quest’anno, l’indice EM ha perso il 6,7%: meno dell’S&P500 (-8,5%) e poco di più dell’Aefe (-6,2%).
“Nessuno può dire se in futuro assisteremo a comportamenti simili “, dice Wolper. “In parte questo dipenderà dalle cause delle discese e dai settori che si indeboliranno. Va sottolineato, poi, che gli emerging non sono dei porti tranquilli dove rifugiarsi nelle fasi di tempesta. Tuttavia, evitarli del tutto potrebbe essere un errore grave. A parte gli esempi storici, i mercati emergenti in questo momento presentano valutazioni (in termini di price/earning) che è impossibile trovare altrove.
Restringendo il campo, anche temporale, alle categorie Morningstar, quella dedicata ai fondi venduti in Italia che investono sui mercati emergenti nell’ultimo mese ha guadagnato (in euro e fino al 23 marzo) l’1,12%, portando a +1,21% la performance da inizio anno. L’indice Morningstar EM, negli stessi periodi, ha segnato rispettivamente +1,2% e +1,5%.
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