VIDEO: Non saranno le urne a spaventare i bond

Secondo Maria Luisa Matarrelli (Eurizon), le elezioni politiche italiane non dovrebbero rappresentare un grosso rischio per i governativi dell’area euro. Con inflazione e crescita in aumento, aggiunge il gestore, meglio privilegiare le emissioni indicizzate al costo della vita e quelle ad alto rendimento.

Valerio Baselli 25/01/2018 | 09:33
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Sono Valerio Baselli e mi trovo in compagnia di Maria Luisa Matarrelli, Responsabile Government Bond e Forex di Eurizon Capital Sgr. Buongiorno e grazie.

Maria Luisa Matarrelli: Buongiorno.

Baselli: Dunque, oggi trovare valore all’interno del mondo obbligazionario europeo è piuttosto complicato, a meno di non puntare su titoli sempre più rischiosi. Attualmente un Btp a 10 anni offre un rendimento del 2% circa, il Bund tedesco intorno allo 0,6%, con uno spread quindi di circa 140 punti base. I tassi ai minimi storici non aiutano e la politica monetaria della Bce resterà accomodante ancora per molto tempo. In che modo un fondo comune che investe in questo universo, anche alla luce dei costi che deve sostenere, può creare valore in un tale contesto?

Matarrelli: La risposta sta nello stile di gestione attivo che viene adottato. Questo significa, nell’ambito del mercato obbligazionario euro, selezionare strategicamente le migliori opportunità d’investimento, e poi tatticamente cambiare l’allocazione del portafoglio per sfruttare i movimenti di mercato. Quindi, significa cambiare dinamicamente la duration del portafoglio, l’allocazione tra paesi, molto importante per la zona euro, l’allocazione al credito, ai titoli legati all’inflazione e l’allocazione lungo la curva dei rendimenti. Sono anche molto importanti le scelte di diversificazione, quindi l’investimento in titoli a basso merito di credito, sia governativi che corporate (high yield), e la diversificazione internazionale.

Baselli: Quali sono le vostre previsioni sull’inflazione?

Matarrelli: Noi prevediamo che nel 2018 salirà nelle principali aree economiche, moderatamente, per diverse motivazioni. La prima è che dopo tanti anni dalla grande crisi finanziaria, la ripresa economica è globale, è forte ed è coordinata tra le economie sviluppate e quelle emergenti. L’effetto che stiamo già vedendo sui mercati è il rialzo del prezzo delle materie prime. Poi pensiamo che i tassi di crescita delle varie economie stanno convergendo verso quelli potenziali, questo sta creando delle dinamiche sul mercato del lavoro molto forti, per esempio negli Usa o in Germania, il che potrebbe portare a un rialzo dei salari. Poi, le politiche monetarie sono ancora molto accomodanti, e quindi ci aspettiamo che l’inflazione comincerà a risalire assieme ai tassi d’interesse, soprattutto quelli dei paesi sviluppati. In questo contesto, rimane sicuramente attrattivo l’investimento in titoli legati all’inflazione e in titoli a basso merito di credito considerata la forza del ciclo economico.

Baselli: Chiudiamo con una considerazione sull’Italia. Pochi giorni fa, Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, ha dichiarato che la situazione del nostro paese potrebbe rappresentare un rischio politico. Anche l’agenzia di rating Fitch ha espresso preoccupazione per lo scenario post elezioni. Credete che le prossime elezioni di marzo potrebbero rappresentare un rischio e come potrebbero influenzare il mercato delle obbligazioni governative in euro?

Matarrelli: Il contesto delle elezioni quest’anno a nostro avviso è diverso rispetto a quello del 2013 e da quello delle elezioni francesi del 2017. Nel 2013 la crescita economica italiana era peggiore di quella attuale. L’anno scorso le elezioni francesi hanno creato forti momenti di volatilità perché la retorica anti euro era stata molto aggressiva nella campagna elettorale e spesso si era parlato di referendum sull’appartenenza all’Unione. Non possiamo dire la stessa cosa di questa campagna elettorale italiana, quindi ci aspettiamo che almeno l’appartenenza all’Unione monetaria non venga messa in discussione.

È molto probabile che non ci sarà un vincitore netto alle prossime elezioni come già successo in Spagna e in Germania e si potrà aprire una fase di incertezza e di volatilità. Non bisogna però dimenticare che quest’anno le emissioni nette del Tesoro, al netto degli acquisti della Bce, sono praticamente nulle. Quindi c’è un fattore tecnico di forte sostegno al mercato. E poi quello che potrebbe davvero togliere incertezza e volatilità sul mercato obbligazionario euro in generale è una maggiore integrazione, come completare l’Unione bancaria, e trovare la quadra su questi temi che sono a livello di area euro.

Baselli: Grazie a Maria Luisa Matarrelli.

Matarrelli: Grazie a voi.

Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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