ESG, quelle performance non perse

Morningstar ha messo a confronto gli indici sostenibili con quelli tradizionali. 16 su 20 hanno ottenuto rendimenti migliori dal 2009 ad oggi. In portafoglio, aziende meno volatili, con un maggior vantaggio competitivo e una migliore salute finanziaria.

Sara Silano 09/11/2017 | 14:45
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Gli investitori che scelgono strategie sostenibili devono rinunciare a una parte del rendimento? La domanda torna in modo ricorrente in una fase di crescita dell’interesse per un approccio attento alle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Ma sempre più studi dimostrano che non è così.

Morningstar ha confrontato la sua gamma di indici azionari sostenibili con quelli tradizionali. “16 su venti hanno sovraperformato i corrispondenti non ESG durante la loro vita”, afferma Dan Lefkovitz, autore dello studio. “La differenza è nell’esposizione al mercato, che in alcuni periodi può aggiungere valore e in altri toglierlo. Negli ultimi anni, gli indici sostenibili hanno avuto rendimenti migliori in Europa e Asia, ma non negli Stati Uniti”.

Il vantaggio di performance
I risultati sono riassunti nella tabella qui sotto, che riporta le sovra-sottoperformance da dicembre 2009 (2011 per l’Asia-Pacifico) al 30 settembre 2017. (Per conoscere come sono costruiti gli indici sostenibili di Morningstar, clicca qui).

Indici ESG e tradizionali a confronto

I Morningstar Sustainability index sono costituiti dalle migliori aziende in termini di punteggio ESG attribuito da Sustainalytics, pesate per la loro capitalizzazione di mercato. Sono escluse quelle coinvolte in serie controversie o attive nell’industria del tabacco o delle cosiddette “armi controverse”. Le differenze di esposizione regionale e settoriale rispetto ai benchmark tradizionali sono mantenute in un intervallo del 2%. Per questa ragione, è lo stock picking che può creare discrepanze di rendimenti.

Il caso europeo…
In Europa, dove l’indice ESG ha battuto quello tradizionale dal 2009, ci sono stati alcuni titoli che hanno contribuito in modo particolare, come ad esempio il sovrappeso di Allianz e il sottopeso di Santander tra i finanziari, oppure la maggior esposizione a Vodafone nel settore delle telecomunicazioni. In generale, poi, la miglior performance è legata al sottopeso dei titoli energetici.

Morningstar Europe Sustainability index vs Europe large-mid cap

…e quello americano
Negli Stati Uniti, invece, il Morningstar Sustaibility index non è riuscito a battere quello tradizionale. “La ragione principale è che titoli che sono andati molto bene, come Apple, Amazon, Facebook, Berkshire e Philip Morris non sono presenti nel benchmark ESG”, spiega Lefkovitz. “Questo ha pesato di più del contributo positivo dato dalla maggior esposizione al settore dei beni di consumo ciclici e della presenza più contenuta di energetici”.

Morningstar US Sustainability index vs US large-mid cap index

Cosa c’è negli indici sostenibili
Indipendentemente dalla Borsa in cui sono quotate, le aziende con più alti punteggi ESG hanno in comune il fatto di essere meno volatili, possedere più elevati vantaggi competitivi e bilanci in salute rispetto a quelle con score di sostenibilità inferiori. Gli investitori devono comunque tenere presente che la comparazione delle performance può dare risultati differenti in base al periodo osservato. Qualsiasi strategia che diverge dal mercato, genera valore in alcune fasi, ma non in altre, come emerge dall’analisi dei rendimenti annuali degli indici Morningstar globali ESG e non dal 2010 ad oggi (vedi grafico qui sotto).

I rendimenti dei Morningstar Global equity index. ESG vs tradizionale

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Per maggiori informazioni sugli investimenti sostenibili e il Morningstar Sustainability Rating, visita il mini-sito dedicato.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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