MiFID II: c’è classe e classe

La nuova normativa ha un impatto, tra le altre cose, sulla Best execution, ossia il dovere dell’impresa di effettuare ordini per conto del cliente nel miglior interesse del medesimo. E può fare la differenza in termini di rendimento. 

Marco Caprotti 05/07/2017 | 12:15
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La classe non è tutta uguale. Nemmeno quando si parla di fondi di investimento. Se ne accorgeranno sempre di più società di gestione e consulenti quando, per aderire al principio di Best execution, dovranno far ottenere agli investitori il miglior risultato possibile. MiFID II introduce alcuni requisiti ulteriori rispetto alla versione precedente, a cominciare dai doveri legati al costo. Per quanto riguardo i fondi, ciò è strettamente legato all’offerta di classi con diversi profili commissionali.

“Chi investe in fondi esteri conosce i trabocchetti nascosti in questo tipo di decisioni”, spiega Fernando Luque, del team research editor Emea di Morningstar. “In alcuni casi si possono trovare più di 10 classi per lo stesso fondo. Nella stragrande maggioranza dei casi, quando un cliente decide di investire in un prodotto sono i consulenti o le società di gestione i responsabili della scelta della classe giusta.

Il problema è che l’individuazione del segmento adatto per l'investitore non è sempre fatta nel miglior modo possibile”. Non solo si deve prendere in considerazione l'investimento minimo o il tipo di classe, ma anche la valuta in cui è denominata. “Non è raro sentire risparmiatori che si lamentano per essere stati spinti ad acquistare una classe in dollari nonostante ce ne fosse una in euro”, spiega Luque. “E acquistare un segmento in valuta Usa invece che in moneta unica implica spese aggiuntive per il cambio della divisa”. In tabella è riportato un esempio di classi diverse per uno stesso fondo.

classi

Scegliere il giusto tipo di classe per gli investitori è un lavoro che può fare la differenza in termini di redditività. Nel grafico qui sotto sono state confrontate due classi retail (vale a dire, per gli investitori individuali): una è clean, ossia solo con la commissione di gestione (in rosso) e una comprende anche la commissione di distribuzione (in blu). Dopo sette anni la differenza in termini di rendimento cumulato è di circa il 10%.

mif 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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