L’auto non ha smesso di correre

Dopo un 2016 in forte crescita, anche quest’anno il mercato delle quattro ruote dovrebbe registrare una nuova fase di espansione. Paesi emergenti ed Europa sono in prima fila. Vendite in ribasso negli Usa.

Francesco Lavecchia 21/02/2017 | 12:39
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L’auto viaggia verso gli emergenti. Dopo la forte crescita delle vendite registrata nei mercati sviluppati negli ultimi anni, in futuro le case automobilistiche dovranno guardare con sempre maggior interesse ai mercati di Cina e India. Per gli investitori il comparto è sempre stato avaro di opportunità, a causa della difficoltà nell’individuare delle società con Moat elevato e dunque in grado di macinare con costanza rendimenti del capitale elevati, ma ora gli analisti vedono in Fiat Chrysler Automotives, General Motors delle possibilità per creare valore in portafoglio (clicca qui per leggere l’articolo sulle best idea del comparto auto).

Il 2017 sarà ancora un anno positivo per l’industria, anche se meno esaltante rispetto al 2016. Le immatricolazioni a livello globale sono viste in crescita tra l’1% e il 3%, in flessione rispetto al +6% dell’esercizio appena passato.

Usa
Per il mercato americano si prospettano cinque anni non facili a causa di una contrazione media delle vendite del 3%. Gli analisti, comunque, non sembrano essere troppo pessimisti: “Negli ultimi sei anni si sono registrati tassi di crescita elevati, nonostante si tratti di un mercato maturo, e quello che si prospetta all’orizzonte non è un vero e proprio periodo di crisi, bensì una fase di assestamento. A confortare la nostra tesi ci sono le statistiche sul tasso di occupazione. Da sempre il mercato dell’auto si muove in sintonia con quello del lavoro e nel prossimo futuro non ci aspettiamo un peggioramento del quadro occupazionale negli Usa”, dice Richard Hilgert di Morningstar.

Europa
Il 2016 è stato un anno d’oro per il mercato del Vecchio continente e in particolare per i paesi del Mediterraneo come Spagna e Italia che hanno visto crescere le nuove immatricolazioni rispettivamente dell’11% e del 18%. A sostenere il trend favorevole è stato anche qui il miglioramento del tasso di occupazione, anche se il perdurare delle politiche di austerity da parte dei governi della regione rischia di frenare l’espansione del mercato. Nel 2017 si prevede un progresso delle vendite tra il 2% e il 4%, ma anche qui le previsioni rischiano di essere smentite a causa del negativo impatto di variabili di natura politica. L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea potrebbe tradursi in un calo dell’occupazione che a sua volta rischierebbe di frenare le immatricolazioni. I rischi commerciali, invece, sembrano meno concreti: il primo esportatore di autovetture nel Regno Unito è la Germania, la quale avrà tutto l’interesse a che l’Ue negozi delle condizioni per il Regno Unito che abbiano limitate conseguenze per le case automobilistiche tedesche.

Paesi Emergenti
Il principale driver di crescita dei mercati emergenti sarà l’espansione della classe media in Cina e India. Nel paese del Dragone le stime indicano un progresso delle vendite tra il 4% e il 6% nel 2017, in discesa rispetto al +15% registrato nel 2016 grazie al dimezzamento della tassa sugli acquisti di autovetture (dal 10% al 5%). “Quest’anno l’imposta è risalita al 7,5%, ma il basso grado di penetrazione del mercato nelle città di media dimensione promette di sostenere ancora per molto tempo la crescita delle immatricolazioni”, dice Hilgert.

Anche in India la crescita delle immatricolazioni sarà trainata dall’effetto congiunto dell’affermazione della classe media e dalla minor imposizione fiscale sull’acquisto di autovetture. Il Governo di Mumbai, però, ha deciso di mettere fuori legge le monete di grosso taglio e questa manovra, sebbene avesse l’intento di far emergere l’evasione fiscale, ha avuto un impatto negativo sull’economia e rischia di frenare anche le vendite nei prossimi anni.

Brasile e Russia
Brasile e Russia, invece, sono in ripresa dopo un periodo di forte difficoltà. Il paese carioca ha attraversato una fase di grossa incertezza politica, culminato con l’impeachment del Presidente Dilma Rousseff, che ha impattato negativamente sull’andamento dell’economia. Anche il mercato dell’auto ha risentito di questa debolezza registrando nel 2016 un calo delle vendite del 20%. Quest’anno l’effetto positivo prodotto dalla riforma fiscale sarà parzialmente compensato dalle politiche di austerity varate dal governo e il risultato, in base alle stime degli analisti, sarà un progresso delle vendite compreso tra l’1% e il 3%.

Più complicata è la situazione della Russia, dove la domanda di vetture è in costante calo dal 2014. Le sanzioni economiche ai danni di Mosca e la caduta del prezzo del petrolio hanno depresso l’economia del paese. Secondo gli analisti per i prossimi anni non è atteso un drastico cambiamento dello scenario, ma la risalita del barile dovrebbe avere un effetto positivo sulla congiuntura e dunque sulla crescita delle vendite di auto, stimate tra lo 0% e il 2% nel 2017.

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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