Le small cap Usa tornano a mostrare i muscoli

Il mercato americano è riuscito a difendersi da tutti i pericoli arrivati l’anno scorso. Le piccole, in particolare quelle del segmento value, dopo tre anni si sono prese la rivincita sulle azioni a grande capitalizzazione.  

Marco Caprotti 17/01/2017 | 14:20
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Ci ha provato – senza successo – il sell off di gennaio e febbraio innescato dal crollo delle commodity. Non c’è riuscito il voto su Brexit di giugno. Ha fallito l’elezione alla presidenza Usa dell’outsider Donald Trump. Insomma, nonostante una serie di elementi avversi, almeno sulla carta; il mercato americano ha mostrato una resistenza per certi versi inaspettata. Anzi, è riuscito a rimettersi su binari che non vedeva almeno da tre anni. L’indice Morningstar US, l’anno scorso ha guadagnato il 15,80% (in euro). Ma l’elemento più rilevante è stato l’andamento del paniere dedicato alle small cap che è salito del 23,5%. Le piccole, insomma, sono tornate a fare meglio delle big (il cui indice di riferimento è salito del 14,55%) ritornando a un trend che si era interrotto nel 2013, da quando cioè gli investitori sono andati alla caccia di rendimenti puntando sui titoli delle aziende più grandi. All’interno dell’universo delle piccole, le value hanno fatto meglio delle growth (+31,79% contro +12,89%, dicono i rispettivi benchmark Morningstar).

Indice Morningstar US 2016

Indice USA

 

Indice Morningstar US small cap value vs growth 2016

 

Indice Small 

A livello settoriale la carica degli indici Usa è stata guidata dal comparto energetico e dai materiali di base. “Una nota di merito va anche al segmento finanziario che ha avuto un colpo di reni nel finale”, spiega Andrew Daniels, analista di Morningstar. “Gli investitori sono convinti che la presidenza Trump porterà un aumento dei tassi di interesse e una revisione degli stringenti regolamenti dedicati alle attività finanziarie”.

Il podio
Per quanto riguarda i fondi di investimento, nel 2016 il migliore è stato RBC Fds (Lux) US Small Cap Equity O Acc (+32,62%, 3 stelle di rating Morningstar). Il sovrappeso dato ai servizi finanziari e agli energetici è stato il motore della performance del portafoglio, insieme all’alleggerimento del settore healthcare (uno dei peggiori sul mercato Usa dopo le buone performance dei due anni precedenti).

In seconda posizione si è piazzato Legg Mason RY US Sm Cp Opp E USD Acc (+31,7%, due stelle, Analyst rating: Silver). A livello settoriale il fondo privilegia soprattutto materiali di base, tecnologia e industriali. “I gestori applicano un approccio che si basa sulle valutazioni”, spiega Lena Tsymbaluk. “Questo significa che alcuni titoli possono metterci molto tempo prima di esprimere il loro potenziale di rendimento. Queste azioni vengono poi gradualmente vendute prima che i loro prezzi scendano nuovamente”.

Al terzo posto è finito Nordea 1 - North American Sm Cap E EUR (+26,98%, 3 stelle). In questo caso ha premiato il sovrappeso del segmento finanziario e dei materiali di base. Con il tecnologico, il fondo è stato in grado di cavalcare la corsa del Nasdaq. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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