Dow a 20mila. Opportunità o pericolo?

La marcia verso il record storico dell’indice Usa sta rendendo Wall Street sempre più cara. Alcune occasioni si possono trovare, ma c’è il rischio di arrivare a una bolla speculativa che può scottare i risparmiatori. 

Marco Caprotti 20/12/2016 | 15:08
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Una torcia e uno scudo. Sono questi i due oggetti di cui devono armarsi gli investitori mentre l’indice americano Dow Jones procede a passo di carica verso quota 20mila punti. La prima serve per andare a cercare i titoli con le valutazioni migliori. Il secondo per difendersi nel caso il mercato dovesse decidere improvvisamente di fare dietrofront.

INDICE DOW JONES DA INIZIO ANNO

dowjones

Fonte: Morningstar Direct

L’analisi sui titoli equity condotta con il Market fair value (un indicatore che mostra la valutazione media di tutti i titoli coperti dagli analisti Morningstar rispetto alle stime di fair value) mostra che le azioni, a livello globale non sono a buon mercato ma non sono nemmeno troppo costose. Il rapporto è di 1,02. Il massimo delle ultime 52 settimane (1,04) è stato toccato a settembre, mentre il minimo (0,86) è di febbraio.

Per quanto riguarda i titoli che formano il paniere Dow Jones, il ratio è di 1,03. Ma il valore, espresso in questo modo, nasconde la larga frattura che c’è fra i titoli più costosi e quelli più a sconto. Caterpillar, ad esempio, tratta con un premio del 42%, mentre Visa ha uno sconto del 25%.

L’importanza del Dow
Ma la corsa del Dow è davvero così importante? Del resto il paniere rappresenta solo una frazione delle migliaia di stock presenti a Wall Street. L’importanza dell’indice è spiegata da diversi fattori. Ad esempio, si tratta di un indice cosiddetto price weighted il cui andamento è condizionato da ogni singola azione in base al suo prezzo. In altre parole, il valore del paniere è determinato sommando i prezzi di ogni singola azione e dividendo il risultato per il numero delle stock. Quelle con i prezzi più alti hanno un peso maggiore sul listino. L’andamento del Dow, a sua volta, è capace di condizionare, per il cosiddetto “effetto simpatia”, quello di altri panieri. Così ad esempio, molti analisti spiegano -almeno in parte - la corsa dell’S&P500 e del Nasdaq.

Ci sono poi elementi psicologici. Il Dow ha compiuto, nel 2016, 120 anni e per la maggior parte dei risparmiatori americani rappresenta il termometro dello stato di salute dell’economia Usa. E qui si innesta un elemento che potrebbe essere foriero di problemi. “I numeri tondi dei listini e i livelli record attirano l’attenzione degli investitori retail”, spiega uno studio di FBB Capital Partners. “Il livello di 20mila del Dow potrebbe richiamare nuovi investitori sul mercato dando vita a un rally. Solo che, in questo caso, la corsa non sarebbe guidata dai fondamentali e dalla ricerca di buone valutazioni e potrebbe originare una bolla speculativa destinata a scoppiare in fretta lasciando molti investitori con un pugno di mosche in mano”.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Caterpillar Inc338,00 USD-7,02Rating
Visa Inc Class A275,16 USD0,05Rating

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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