Borse Usa da fine ciclo?

OUTLOOK AZIONARIO. Nel complesso le valutazioni del mercato sono poco interessanti, ma ci sono opportunità in settori fuori moda.

Matthew Coffina, CFA 29/12/2015 | 16:05
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Mentre l’S&P500 è sulla strada per chiudere il 2015 più o meno allo stesso livello dove lo aveva cominciato, i profitti si sono deteriorati, facendo salire i multipli di mercato. Stimiamo che gli utili per azione del paniere dell’indice di riferimento statunitense scendano di almeno il 5% quest’anno, a causa della forza del dollaro, della debolezza dei prezzi delle materie prime, del rallentamento delle economie emergenti e delle condizioni recessive in alcune aree dell’industria. Il market timing non è mai stata la nostra attività, ma non possiamo fare a meno di notare alcuni segnali che indicano un proseguimento della fase Toro: il primo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve dopo un decennio, la disponibilità degli investitori a pagare qualsiasi prezzo per le azioni ad alta crescita ma non redditizie, le difficoltà nel settore delle obbligazioni spazzatura, i livelli record di riacquisto di azioni proprie e di operazioni di fusione tra società. Anche se gli attuali margini di profitto e i rapporti prezzi/utili sono sostenibili, è improbabile che l’aumento dei dividendi e dei profitti possa supportare ritorni annui tra il 6 e l’8% nel lungo periodo. Gli investitori devono, quindi, programmare le loro aspettative coerentemente con questo scenario.

Dove sono le opportunità
Le valutazioni complessive non lasciano molti margini di errore, ma la divergenza nei ritorni delle diverse industrie ha creato delle opportunità. Per esempio, benché il settore dei consumi ciclici abbia registrato il miglior rendimento da inizio 2015, le aziende di abbigliamento e gli outlet sono stati poco popolari tra gli investitori. E’ vero che tali segmenti devono affrontare problemi temporanei come il clima mite, l’eccesso di scorte e la mancanza di nuovi trend, e questioni strutturali, tra cui la crescita del costo del lavoro e l’aumento degli acquisti online. Tuttavia, gli analisti di Morningstar pensano ci sia del valore in aziende come VF Corp, Nordstrom e Gap. Nel settore dei consumi difensivi, pensiamo che le quotazioni di Wal-Mart’s incorporino già le pressioni sulla crescita e sui margini che deve affrontare il più grande retailer al mondo.

La discesa dei prezzi delle materie prime continua a penalizzare l’industria energetica e dei materiali di base. Mentre nel breve periodo, questi settori dovranno ancora affrontare molte sfide finanziarie, siamo più ottimisti sulle previsioni di medio termine del settore energy. Il mercato petrolifero si trova in una condizione di eccesso di offerta, resa ancora più acuta dal rifiuto dell’Opec di ridurre la produzione, dalla maggiore efficienza nell’estrazione di shale gas negli Stati Uniti e dall’abbondanza di scorte; tuttavia le attuali quotazioni del greggio non possono finanziare gli investimenti necessari a soddisfare la domanda di lungo termine e prima o poi ci sarà un’inversione del trend. Gli analisti di Morningstar preferiscono le società con bassi costi e bilanci solidi, tra cui Exxon Mobil, Continental Resources e Cabot Oil & Gas. E’ differente la situazione dei materiali di base: la Cina sta riducendo drasticamente gli investimenti in infrastrutture e la capacità di produzione a basso costo potrebbe lasciare la situazione immutata per decenni. Morningstar ritiene quindi poco interessanti le aziende minerarie, mentre è più positiva sulle materie prime legate ai consumi cinesi, come l’oro e i fertilizzanti.

Bassi prezzi dell’energia, dollaro forte (che danneggia le esportazioni) e preoccupazioni macroeconomiche hanno pesato anche sul settore industriale. Tra i nostri titoli preferiti ci sono Emerson Electric e Joy Global, oltre ad alcune reti ferroviarie. Tra i titoli dell’auto, Morningstar considera sottovalutati General Motors e Ford.

Valutazioni di mercato
I dati a metà dicembre indicano che la mediana delle azioni coperte dalla ricerca Morningstar trattano a un rapporto prezzo/fair value di 0,95. L’S&P500 presenta un price/earning ratio di 19,5 sulla base degli utili operativi realizzati negli ultimi dodici mesi (26,2 usando la media degli utili aggiustati per l’inflazione a 10 anni – Shiller P/E). Queste misure sono state più basse nel 67% delle volte dal 1989. I multipli si sono deteriorati nell’ultimo trimestre a causa dell’aumento del prezzo delle azioni e di un calo dei profitti. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Coterra Energy Inc Ordinary Shares28,08 USD-0,95
Emerson Electric Co107,40 USD1,09Rating
Exxon Mobil Corp116,17 USD-0,50Rating
Ford Motor Co12,17 USD-1,46Rating
Gap Inc22,11 USD-0,45Rating
General Motors Co45,28 USD0,49Rating
Nordstrom Inc19,90 USD-1,83Rating
VF Corp12,67 USD-0,78Rating
Walmart Inc60,62 USD1,25Rating

Info autore

Matthew Coffina, CFA  is a stock analyst at Morningstar.

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