Pubblichiamo una sintesi dell’Energy Observer di Morningstar, realizzato da Mark Hanson, Stephen Simko e Jordan Grimes.
La produzione statunitense di gas tenderà probabilmente a rallentare nel prossimo futuro data la brusca frenata delle trivellazioni petrolifere, ma la ricchezza delle scorte a basso costo in territori come Marcellus ed Utica (così come i volumi provenienti da aree ricche di petrolio come Permian) denota un percorso di crescita che proseguirà oltre la fine dell’attuale decennio, supportato da un incremento nell’efficienza. In base alle nostre analisi sul probabile andamento futuro dei costi di trivellazione e di esecuzione, date le dinamiche competitive e i livelli di rendimento nelle maggiori aree produttive, stimiamo un prezzo medio di quattro dollari per ogni mille cubic feet (1 cubic feet=0,0283 metri cubi) di gas naturale per soddisfare gli oltre 20 miliardi di cubic feet giornalieri di consumo incrementale che prevediamo di qui al 2020.
Nonostante i prossimi anni risulteranno impegnativi per le società di esplorazione e produzione e per le aziende di servizi, ci aspettiamo, entro la fine del decennio, un avvicinamento di cash flow, profittabilità e redditività del capitale ai livelli precedenti al crollo petrolifero, con un inizio di ripresa nel 2017. Anche con la prospettiva di una debolezza continua nei mercati statunitensi di gas e petrolio, permangono delle opportunità di investimento. Le nostre scelte di punta tra le società di esplorazione e produzione focalizzate sul gas naturale sono rappresentate da Cabot Oil & Gas, Range Resources, Antero Resources, Chesapeake Energy, Southwestern Energy e Rice Energy.
Punti chiave
Risorse a basso costo dovrebbero guidare la crescita della produzione statunitense: la produzione statunitense di gas tenderà probabilmente a rallentare nel prossimo futuro, data la brusca frenata delle trivellazioni petrolifere, ma la ricchezza delle scorte a basso costo in territori come Marcellus ed Utica (così come i volumi provenienti da aree ricche di petrolio come il Permian) denota un percorso di crescita che proseguirà oltre la fine dell’attuale decennio.Nelle nostre previsioni, il Marcellus rappresenta il driver di crescita maggiore, con un incremento di produttività pari a 11 miliardi di cubic feet giornalieri (il 50% dei volumi incrementali) fino al 2020.
Abbondanza di domanda per assorbire le scorte: la crescita dei consumi di gas dovrebbe fornire uno sbocco all’abbondanza di scorte a basso costo, sotto forma di generazione di energia (nel breve) e dalle esportazioni (nel lungo periodo). Le recenti riforme nel settore energetico messicano dovrebbero spingere la domanda di gas (fornito tramite i gasdotti provenienti dagli Stati Uniti), mentre l’avvio delle esportazioni di gas naturale liquido dagli Stati Uniti è fissato per l’inizio del prossimo anno, con un significativo incremento dei volumi presumibilmente fino alla fine del decennio. Anche a livello industriale si dovrebbe assistere a un aumento dei consumi, in virtù dei recenti nuovi investimenti e del vantaggio in termini di costo del gas naturale all’interno dell’industria petrolchimica.
Prezzo dei servizi in calo nel 2016: dato l’aumento continuo di efficienza e produttività e la stabile presenza di excess capacity nel mercato dei servizi anche nel corso dei prossimi anni, prevediamo un crollo dei prezzi unitari dei servizi (-25% rispetto al 2014) nel 2015, con una graduale ripresa non appena l’attività di trivellazione ed esecuzione si risolleverà.
Miglioramento della salute finanziaria delle società di esplorazione e produzione e delle aziende di servizi: nonostante i prossimi anni risulteranno impegnativi per le società di esplorazione e produzione e per le aziende di servizi, ci aspettiamo, entro la fine del decennio, un avvicinamento di cash flow, profittabilità e redditività del capitale ai livelli precedenti al crollo petrolifero, con un inizio di ripresa nel 2017.
Prezzo medio di lungo periodo del gas naturale stimato a quattro dollari per ogni mille cubic feet: nonostante le aspettative di crescita della domanda, ci sono scorte a basso costo più che sufficienti per giustificare le nostre stime di prezzo. Queste sono frutto di un’analisi approfondita delle dinamiche competitive tra le aziende di servizi e quelle upstream, insieme all’analisi dei livelli di rendimento per ognuna delle maggiori aree produttive degli Stati Uniti continentali. Senza una ripresa nei prezzi di gas e petrolio, o la produzione statunitense si ridurrà oppure i prezzi dei servizi subiranno un’ulteriore spinta al ribasso, fattore che rimetterebbe in discussione la sopravvivenza di lungo termine del settore oil & gas statunitense.
Le migliori società del settore sono quelle longeve, che tengono bassi i costi e operano nei territori di Marcellus e Utica. Tra queste ci sono Cabot Oil & Gas, Range Resources, Antero Resources, Rice Energy and Southwestern Energy. Nonostante l’eccesso di offerta presente negli Stati Uniti nord-orientali abbia gravato su questi nomi durante gli ultimi trimestri, crediamo che queste società rappresentino ancora un interessante investimento nel lungo termine. Pensiamo inoltre che, vista la qualità dei suoi asset, Chesapeake Energy sia sottovalutata nonostante le recenti problematiche di bilancio.
Fonte: Morningstar
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