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Per Keith Wade (Schroder) occorre prepararsi all’imminente balzo dei tassi d’interesse e alla conseguente volatilità. Anche le deludenti esportazioni asiatiche e l’oro ai minimi potrebbero avere conseguenze sui portafogli. 

Emma Wall 29/07/2015 | 10:19
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Emma Wall: Buongiorno e benvenuti alla nostra rubrica Market Reaction. Sono Emma Wall e mi trovo in compagnia di Keith Wade, capo economista di Schroder. Buongiorno Keith.

Keith Wade: Buongiorno.

Wall: Al momento, le notizie che influenzano l’economia globale sono: i dati deludenti sulle esportazioni asiatiche, l’oro ai minimi da cinque anni e le voci su un imminente balzo dei tassi d’interesse da parte della Fed e della Banca d’Inghilterra. Come le classificheresti in ordine d’importanza?  

Wade: Tra queste notizie, credo che la meno importante sia quella dell’oro, perché penso che stia riflettendo cambiamenti che sono in corso da un po’ di tempo. Il mercato aurifero ha percorso moltissima strada dall’inizio della crisi.

È stato interessante il fatto che l’oro non abbia veramente reagito alla crisi greca nel modo in cui ci si poteva aspettare. Quando la gente si preoccupa delle valute, pensa che l’oro possa essere un’alternativa, ma in realtà non è salito. Ora, che è tornata la quiete si cercano i motivi per cui l'oro sia sceso in questo modo ed io penso che sia solo un riflesso del fatto che c’è una tendenza al ribasso ormai da qualche tempo e la crisi greca avrebbe potuto fornire un motivo di ripresa, ma ora che si sta stabilizzando, l’oro è sceso ancora.

Da un punto di vista macro, non credo che l’oro sia molto importante. Perciò lo metterei per ultimo, non credo che gli investitori si debbano preoccupare in prospettiva.

Wall: C’è stata una fuga verso la sicurezza durante la crisi del credito. L’oro, per qualche tempo, sembrava non smettere di salire ma, come dici tu, ora forse non è più il caso. Se questo aspetto è il meno importante in termini di impatto macroeconomico, qual è la tua seconda scelta?

Wade: Direi le esportazioni asiatiche, poiché sono un buon indicatore della crescita globale e perché sono state piuttosto deboli quest’anno. Abbiamo analizzato la questione da vicino e crediamo che in buona parte questo sia dipeso dalla debolezza dell’economia americana nel primo trimestre, il che ha distorto un po’ la situazione.

Gli ultimi dati non sono molto positivi, ma ci sono segnali di un aumento dell’esportazioni verso gli Usa. Se guardiamo la Korea, ad esempio, notiamo passi in avanti. Visto che crediamo in un miglioramento delle attività negli Usa, pensiamo che ci saranno ulteriori progressi anche sotto questo aspetto.

Vogliamo vedere un’espansione anche a Taiwan, in Cina e in altri paesi. Le esportazioni cinesi sono già migliorate in realtà. Quindi, credo sia un aspetto importante, ma che comunque sia in miglioramento e che possiamo essere più positivi sulla seconda parte dell’anno.

Wall: Ci manca quindi solo la politica monetaria. Usa e UK stanno pensando di alzare i tassi. In Inghilterra si pensa verso la fine dell’anno, in America più o meno lo stesso. Questo ci dovrebbe preoccupare, sia a livello economico che come investitori individuali?

Wade: Questa è una notizia importante perché stiamo arrivando verso un cambio nella politica monetaria con i primi rialzi di tassi da cinque o sei anni a questa parte. È segno che l’economia mondiale, o meglio quella americana e britannica, stanno tornando a una situazione normale e che non c’è più bisogno di tassi così bassi.

È quindi una buona notizia. Tuttavia, come investitori sappiamo che un rialzo dei tassi porta più volatilità sui mercati. Dobbiamo essere preparati a questo e considerare quanto velocemente avverrà e che tipo di aumento ci possiamo aspettare entrando nel 2016. Sarà questo il tema principale nei prossimi mesi. In effetti, sembra che la Banca d’Inghilterra sia intenzionata ad alzarli.

Ma prima di questo, penso che vedremo un rialzo dei tassi da parte della Fed in settembre. Questa è la nostra visione e sarà molto importante per gli investitori. Crediamo che la Fed guiderà questo ciclo.

La Bank of England e Mark Carney (il governatore, Ndr) terranno gli occhi aperti. Se la Fed si muove in settembre, aprirà la strada per una loro mossa alla fine dell’anno o all’inizio del 2016. Quindi questo sarà il punto in cui i mercati vivranno una maggiore volatilità. Staremo molto attenti anche agli effetti fuori dagli Usa e dal Regno Unito, se ricordi nel 2013 con la storia del tapering, abbiamo avuto un grosso impatto sul credito...

Wall: O i “Fragile five” (i cinque paesi emergenti fragili: India, Indonesia, Sudafrica, Brasile e Turchia. Ndr)...

Wade: Esatto, sui paesi emergenti più fragili e sul mercato del credito. Sembra che oggi i mercati siano meglio preparati. Nel 2013 sembrava che il quantitative easing sarebbe durato per sempre. Non è più così, la Fed ha smesso già da un po’. Quindi, forse, la volatilità non sarà la stessa, ma sarei sorpreso di non vederne per niente e ci sono ancora alcuni mercati emergenti vulnerabili. Quindi, questa è la notizia più importante per gli investitori.

Wall: Sii pronto.

Wade: Esatto.

Wall: Grazie mille.

Wade: Grazie a voi.

Wall: Per Morningstar, Emma Wall. Grazie per l’attenzione. 

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Info autore

Emma Wall  è Editor di Morningstar.co.uk

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