La cedola di British American Tobacco non conosce crisi

Grazie ad una forte posizione di vantaggio all’interno del settore, il gruppo britannico riesce a mantenere una elevata redditività del capitale che gli permette di ripagare gli investitori con un dividendo crescente nel tempo. 

Francesco Lavecchia 17/03/2015 | 10:15
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Nuovi provvedimenti legislativi potrebbero intaccare la profittabilità di British American Tobacco (BATS), ma il gruppo britannico riesce a tradurre in liquidità oltre il 20% del suo fatturato. In pratica è una forma di assicurazione sulla sua politica di dividendo.

La minaccia del pacchetto "liscio"
Negli ultimi 10 anni, infatti, BATS ha premiato gli azionisti aumentando ogni volta la  cedola a loro favore. I nostri analisti non credono che tale tendenza sia destinata a invertirsi nel prossimo futuro, nonostante il Governo Britannico dovesse approvare l’entrata in vigore del cosiddetto “plain pack” (pacchetto liscio, senza l’indicazione del brand del produttore). La legge è stata approvata alla Camera dei Comuni e ora passerà al vaglio dei Lord. Nel caso arrivi il via libera anche da loro, il provvedimento entrerebbe in vigore dal 2016.

L’adozione del “plain pack” nel Regno Unito non costituisce una minaccia in sé, ma preoccupa la possibilità che la sua efficacia nel ridurre il consumo di sigarette induca anche altri paesi ad approvare la stessa normativa. Questo, infatti, potrebbe tradursi negli anni sia una contrazione delle vendite, che una riduzione dei margini di profitto a danno soprattutto di società come British American Tobacco che possono far leva su un portafoglio di marchi di prestigio per applicare prezzi più alti.

Le previsioni degli analisti
BATS vanta una forte posizione di vantaggio (Economic moat) all’interno del settore grazie alla fedeltà che i consumatori hanno nei confronti dei suoi marchi e alle elevate economie di scala che le permettono di produrre a costi più bassi della concorrenza. Inoltre, il management punta a razionalizzare ulteriormente gli oneri operativi e a introdurre delle innovazioni di prodotto che le consentiranno di aumentare ulteriormente i margini di profitto. Il gruppo britannico ha una redditività del capitale del 30%, ma paga ancora un gap significativo di profittabilità nei confronti dei tre maggiori produttori del settore (Philip Morris, Imperial Tobacco, Japan Tobacco).

I nostri analisti prevedono per i prossimi cinque anni un tasso medio di crescita del 3,3%, anche grazie al miglioramento della congiuntura economica in Europa. L’applicazione di prezzi di vendita più alti anche nei mercati emergenti, invece, permetterà di far salire il margine operativo verso quello che sarebbe il nuovo massimo storico del 41,2%. Sulla base di queste ipotesi la nostra stima del fair value è pari a 37,50 sterline. Poco più alta rispetto alle ultime quotazioni di mercato.

 

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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