L'Italia prova a tenere il ritmo

La piazza finanziaria tricolore ha iniziato il 2014 con le migliori intenzioni. Merito anche di una congiuntura che manda qualche segnale di ripresa. 

Marco Caprotti 04/02/2015 | 14:59
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Piazza Affari parte a tutto gas. Resta da capire se sarà in grado di tenere il passo di corsa. L’indice Msci del Belpaese nell’ultimo mese (fino al 30 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato il 7%, più del doppio rispetto alla performance segnata nell’intero 2014. Una performance che, a differenza di altre occasioni (in cui a trainare la piazza milanese è stato l’andamento dell’intera Europa), può essere attribuito a un miglioramento del quadro macroeconomico domestico.

Il quadro macro
A gennaio, secondo i dati elaborati dall’Istat sono migliorati in modo significativo sia la fiducia delle imprese, sia quella dei consumatori. La prima da 87,6 di dicembre a 91,6, il livello massimo da settembre 2011, la seconda da 99,9 a 104. “Questi rimbalzi sono a nostro avviso i primi segnali che l'economia italiana sta cominciando a beneficiare dell'impatto dei recenti shock positivi sui mercati finanziari”, spiega uno studio firmato da Paolo Mameli senior economist della Direzione Centrale Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. “Nelle nostre stime, l’impatto congiunto dagli shock su energia (con il calo del prezzo del petrolio, Ndr) e tasso di cambio (con il deprezzamento dell’euro, Ndr), nonché dal Qe deciso dalla Bce, può valere potenzialmente lo 0,8% del Pil all'anno. Lo 0,3-0,4% di questo si aggiungerebbe alla nostra attuale previsione per il 2015 (0,4%)”.

Per quanto riguarda la domanda domestica, “il miglioramento del reddito disponibile per i consumatori e delle condizioni finanziarie per le imprese, che potrebbe spiegare il rimbalzo della fiducia di famiglie e aziende a gennaio, giustifica prospettive meno incerte rispetto al recente passato. In altri termini, per la prima volta da molto tempo, sulle stime di crescita per l'Italia pendono rilevanti possibilità di rialzo”.

Sempre a gennaio la produzione manifatturiera in Italia ha registrato il primo aumento dopo quattro mesi. L’indice destagionalizzato Pmi Markit/Adaci sul manifatturiero in Italia (ideato per fornire in un'unica cifra l'immagine delle condizioni operative dell'economia manifatturiera) si è attestato a 49,9, il valore più alto in quattro mesi, in salita da 48,4 di dicembre, che era stato il valore più basso in diciannove mesi. Ognuno dei sotto-indici del Pmi ha contribuito positivamente, con l'influenza maggiore che arriva dall'indice della produzione e dei livelli occupazionali.

Le popolari cambiano faccia
Dal punto di vista borsistico, l’elemento rilevante delle ultime settimane è stato il Decreto legge con cui il governo intende spingere verso la trasformazione in Spa di alcune grandi banche popolari (si tratta di 10 istituti con attivi sopra gli 8 miliardi). Un cambiamento che, secondo gli analisti di Fitch, potrebbe avere un effetto positivo nel medio termine per questi istituti, rafforzando la loro governance e rendendo più semplice il consolidamento nel settore. Secondo uno studio dell’agenzia di rating l'attuale struttura di governo delle popolari è vulnerabile alle interferenze della politica e di lobby di vario genere, con decisioni cruciali spesso ostacolate dall'azionariato frammentato e da rigidi meccanismi di voto. Fitch fa inoltre notare che le banche italiane più in difficoltà durante l'ultima crisi sono state quelle con la corporate governance debole (come le popolari, dice) che hanno mostrato forti cali della redditività.  “I benefici di medio termine molto probabilmente non si rifletteranno in azioni sul rating nell'immediato”, ha puntualizzato comunque Fitch nel report. 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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