Come funziona la quotazione dei fondi

Il Nav deve essere comunicato quotidianamente. Gli ordini possono essere inseriti dalle 9 alle 10.55. Chi ha mosso  i primi passi verso la Borsa.

Sara Silano 04/12/2014 | 11:51
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Il primo dicembre sarà ricordato dall’industria dei fondi per l’apertura del segmento degli Oicr aperti in Borsa italiana.

E’ probabile, però, che i debutti comincino all’inizio del 2015, in quanto le società di gestione interessate e gli “operatori incaricati” (ossia coloro che dovranno abbinare gli ordini di acquisto e vendita e inserire una proposta a conguaglio della differenza presente nel book di negoziazione in quel momento) sono al lavoro per modificare i prospetti e formulare le domande di ammissione.

Chi si può quotare
Secondo quanto previsto da Borsa Italiana, possono richiedere la quotazione tutti gli Organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) aperti conformi alla direttiva 2009/65/CE (la cosiddetta Ucits), che prevedano la quotazione nel prospetto, individuino un “operatore incaricato” e comunichino giornalmente a Borsa Italiana il valore della quota o azione (il Nav, Net asset value). “Possono fare domanda anche i fondi attualmente non registrati per la vendita in Italia”, spiega Daniele Sabato, Sales Trader specializzato nel segmento Etf e fondi di Intermonte Sim. “La richiesta va fatta a Borsa Italiana, corredata della bozza di prospetto per il quale è stato richiesto contestualmente alla Consob il rilascio del nulla-osta alla pubblicazione”.

Come funziona
Gli ordini potranno essere inseriti dalle 9 alle 10.55. Nei successivi 5 minuti (le negoziazioni chiudono alle 11), l’operatore incaricato farà le proposte di conguaglio. I contratti sono eseguiti al valore del giorno di negoziazione, che sarà comunicato il giorno dopo (T+1) prima delle 17. A T+2, l’operatore incaricato e la banca depositaria riscontreranno i valori immessi e a T+3 si concluderà l’operazione tra tutte le controparti per il tramite di Monte Titoli, con il pagamento e la consegna delle quote.

“A differenza degli Etf (Exchange traded fund, Ndr) fondi saranno scambiati al Nav (Net asset value)”, spiega Sabato, “non ci sarà quindi un prezzo di acquisto e vendita intra-day differente e di conseguenza neppure lo spread bid-ask”.

Un nuovo canale
Come per gli Etf, il segmento è accessibile a tutti gli intermediari aderenti al mercato ETFplus e di conseguenza a un’ampia platea di investitori (sia istituzionali che retail). Come ha dichiarato in una nota Pietro Poletto, responsabile Fixed income del London Stock Exchange Group,  “Con l’avvio di questo nuovo segmento si crea un canale di distribuzione complementare al modello tradizionale esistente. La quotazione consente di dare trasparenza negoziale, tipica di un mercato regolamentato Mifid compliance, godendo dell’efficienza della filiera integrata dalla negoziazione al settlement e della standardizzazione della comunicazione del Nav a un determinato orario”.

Chi si è mosso
“Per il momento, si sono mosse le società di gestione più piccole e indipendenti e alcune estere, che generalmente hanno pochi accordi distributivi”, dice ancora Sabato. Tra i nomi figurano AcomeA, Diaman sicav, Hypo Portfolio Selection Sicav, New Millenium Sicav, Pharus sicav e Zenit Sgr. Molte sembrano, invece, stare alla finestra a vedere come si muoveranno gli intermediari e sottolineano, comunque, il valore della consulenza nella promozione dei loro prodotti, mettendo in guardia dai rischi del fai-da-te.

Le Sgr possono decidere di quotare le classi esistenti oppure crearne di nuove. Quest’ultima sembra la via più seguita al momento, perché più facilmente gestibile, soprattutto in quei casi in cui esistono anche accordi di distribuzione e quindi si rischiano situazioni ibride (ad esempio, il sottoscrittore rivende in Borsa le quote comprate da un collocatore).

Pharus sicav, ad esempio, ha in corso di approvazione una classe dematerializzata dei comparti della Sicav. “Il pricing , in termini di costi per l’investitore, sarà del 20-25% in meno della classe attualmente in distribuzione”, dice Davide Pasquali, presidente di Pharus sicav. “Non dovendo più lasciare l’obolo delle retrocessioni ai distributori possiamo concedere questo sconto ai sottoscrittori che compreranno direttamente in Borsa”.

Il nodo retrocessioni
La quotazione dei fondi affonda le sue radici nell’esigenza di dematerializzare le quote, un procedimento già seguito per altri strumenti finanziari, passati dalla carta a “scritture contabili su un registro elettronico”. E’ anche in linea con gli indirizzi normativi per vietare le commissioni di retrocessione (con questo termine si intende la convenzione in virtù della quale il collocatore di un fondo beneficia della retrocessione parziale delle commissioni di gestione da parte della sgr), che sono il cardine del sistema distributivo italiano, ma sono state bandite in altri Paesi esteri.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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