Le banche chiedono aiuto alla tecnologia. In un periodo in cui gli istituti di credito hanno visto calare drasticamente i loro utili è diventato sempre più importante ridurre i costi. Ecco che la recente esperienza delle banche scandinave può essere d’esempio per tutti i player del settore.
La crisi finanziaria del 2008-09 ha costretto le Banche centrali a tagliare i tassi di interesse e a mantenerli ai minimi storici fino ad adesso. Questo si è tradotto in una significativa riduzione dei rendimenti dei prestiti bancari e quindi di una delle principali fonti di reddito delle banche.
Crisi fa rima con evoluzione
In questi casi, per mantenere costante il rendimento del capitale, le aziende possono scegliere di agire sul patrimonio, aumentando le proprie attività, o sui conti, tagliando le spese. Ma in un periodo in cui l’economia mondiale stenta ad accelerare e i vincoli patrimoniali imposti dalle direttive di Basilea III si fanno sempre più stingenti, gli istituti di credito si sono visti costretti a dismettere gli asset non coerenti con il loro core-business e a rivedere l’ammontare delle spese. Le principali banche scandinave, inoltre, hanno dovuto fronteggiare anche la crisi del credito nei paesi baltici (Lettonia, Estonia, Lituania). Con la fine dell’Unione Sovietica, questa regione ha registrato una forte crescita dei consumi e delle richieste di prestiti. Le banche nordiche si sono proposte come interlocutrici privilegiate, ma lo scoppio della bolla del credito nel 2008 ha fatto precipitare l’economia di questi paesi costringendo gli istituti di credito ad una forte attività di risanamento dei bilanci.
Oltre a tagliare sui costi del personale e sul numero delle filiali, gli istituti scandinavi hanno deciso di puntare con decisione sullo sviluppo dell’online banking al fine di ridurre in maniera drastica il peso degli oneri di gestione e negli ultimi sei anni il settore nel suo complesso ha registrato un taglio dei costi del 10%. Questa scelta ha premiato anche gli azionisti poiché grazie a una struttura patrimoniale più snella le valutazioni dei titoli del comparto (P/B) sono salire di circa il 50%, superando gli obiettivi di prezzo stimati dai nostri analisti.
Dove funziona il modello online
Tale strategia è stata favorita dall’elevato tasso di urbanizzazione di questi paesi e dalla massiccia adozione di dispositivi mobili. Più è alta è la densità urbana di una regione, infatti, maggiore è la necessità di una connessione internet efficiente. Inoltre, La possibilità di avere una connessione internet veloce favorisce l’adozione di smartphone e quindi l’utilizzo di applicazioni per l’accesso a servizi online. Le statistiche dimostrano come Danimarca, Svezia e Finlandia e Norvegia occupino le prime posizioni tra i paesi a più altra urbanizzazione in Europa e abbiano anche il più elevato tasso di utilizzo di smartphone.
L’investimento in questa linea di business, però, non permette alle banche di crearsi una posizione di vantaggio. Le applicazioni per accedere ai servizi online, infatti, sono scaricabili gratuitamente e sono facilmente replicabili dalla concorrenza. Il vero obiettivo di questa strategia, invece, è quello di aumentare i canali attraverso i quali offrire i propri servizi in modo da attirare il maggior numero di clienti.
L’esempio da seguire
Danske Bank è la tra le banche nordiche quella che con maggior determinazione ha portato avanti questa politica. Nel 2013 Danske ha migliorato la sua offerta digitale, rendendo più facile per i clienti condurre ogni tipo di operazione, e questo ha avuto ripercussioni positive sulla soddisfazione del cliente. Il numero di coloro che accedono ai suoi servizi attraverso i dispositivi mobile è in progressivo aumento e questo ha contribuito a ridurre del 19% il numero di dipendenti full-time e del 56% il numero delle filiali dal 2008 al 2013.
Nel caso di Nordea il cambiamento è seguito alla necessità di ridurre i costi per rimanere competitivi sul mercato. Il management ha dichiarato di voler recuperare circa 900 milioni di euro dal risparmio di costi operativi tra il 2013 e il 2015, mentre negli ultimi sei anni ha ridotto del 40% il numero delle sue filiali. Tra gli istituti di credito statunitensi, invece, PNC Financial Services è quello che sembra voler seguire con più decisione questa strada. Gli investimenti stanno andando in quella direzione e al tempo stesso il numero degli sportelli si sono ridotti di 200 unità solo nello scorso anno. I nostri analisti vedono un grosso potenziale in questo titolo, in quanto il taglio dei costi si ripercuoterà positivamente sugli utili futuri dell’azienda.
Non mancano i rischi
L’esperienza nordica, comunque, ha mostrato anche i potenziali rischi di un rapido cambiamento del modello operativo di una banca. Una brusca riduzione dell'organico ha portato ad alcune denunce da parte dei clienti che lamentano la carenza di personale. Questo, a nostro avviso, rappresenta il principale freno al cambiamento in quei paesi che a differenza di quelli nordici presentano una minor concentrazione del settore bancario. In mercati di questo tipo, come del resto anche quello americano, è molto più semplice per i risparmiatori passare da una banca all’altra se poco soddisfatti dal servizio ricevuto. Per questo motivo non crediamo che l’esperienza delle banche scandinave possa essere esportata all’estero esattamente nello stesso modo.
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