Non sempre vince il più grande

Le aziende con un vantaggio competitivo in aumento, spiegano gli analisti di Morningstar, possono essere più interessanti dei nomi noti. Molto dipende dai costi. 

Marco Caprotti 06/05/2014 | 15:00
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Muoversi fa bene. Anche al vantaggio competitivo di un’azienda che, dicono gli analisti di Morningstar, se ha un Economic moat che si allarga diventa una buona opportunità di investimento. Con il termine “vantaggio competitivo” (o Economic moat, per usare un termine mutuato da Warren Buffett) ci si riferisce alla capacità di alcune società di tenere a bada la concorrenza per un lungo periodo di tempo. Il rating relativo a questo fattore, dato da Morningstar, quindi, cerca di misurare la forza e la sostenibilità di tale posizione di vantaggio.  

Calcolare il vantaggio
Il primo passo per valutare l’Economic Moat di una società è quello di analizzare le sue performance storiche, cioè di verificare se essa è stata in grado di produrre rendimenti del capitale significativamente superiori al costo dello stesso in maniera duratura nel tempo. Il passo successivo, dato che il passato non è un buon indicatore di quello che succederà in futuro, è quello di identificare la fonte di tale vantaggio. Questo può derivare dalla possibilità di sfruttare elevate economie di scala, di produrre a costi più bassi rispetto a quelli dei concorrenti, di poter beneficiare di brevetti, licenze o di diritti di copyright, inoltre dalla presenza di pesanti costi a carico del cliente nel caso voglia passare ad un diverso fornitore di beni e servizi (costi di switch), o dalla creazione di una rete (network effect) che ha tanto più valore quanti più operatori si uniscono a essa. 

Meno costi, più moat
“Insomma, le dimensioni di un’azienda e la sua quota di mercato, da sole non bastano a definire il vantaggio competitivo ”, spiega Paul Swinand, analista di Morningstar. Un esempio in questo senso sono le aziende del lusso. “Alcune sono sul mercato da oltre 100 anni e hanno marchi molto conosciuti dal mercato. Il loro Economic moat, però, non esiste. Oppure è minimo e, soprattutto, non aumenta”, continua l’analista. 

Molte aziende del segmento sportivo, invece, sono in grado di far aumentare il vantaggio competitivo grazie a migliori economie di scala. “I nostri studi dimostrano che quando una società cresce, ad esempio sbarcando su nuovi mercati, i costi generali, soprattutto quelli legati alle vendite e quelli amministrativi, diminuiscono. Questo fa aumentare i margini operativi e il ritorno sul capitale. Che poi sono due elementi fondamentali per capire l’Economic moat di una società”. 

Due aziende che vale la pena tenere d’occhio, secondo l’analista, sono Dick’s Sporting Good e Under Armour. “Entrambe sono capaci di far diminuire i costi mentre crescono”, dice Swinand. “Sul fronte della valutazioni, la prima ci sembra più interessante della seconda che, anche a livello commerciale, in questo momento è più conosciuta”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Dick's Sporting Goods Inc207,12 USD1,43Rating
Under Armour Inc A6,80 USD1,64Rating

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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