Seduta negativa per i listini asiatici. L’indice Msci della regione ha ceduto l’1,1% sulla scia dei negativi dati macro di Cina e Giappone. Pechino ha registrato un altro forte calo delle esportazioni. Dopo il -10% segnato nel mese di gennaio, a febbraio il commercio verso l’estero ha subito una contrazione del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo è un segnale preoccupante, considerato il peso ancora basso dei consumi interni sul totale del Pil cinese. La Borsa di Shanghai ha perso il 2,86%, mentre Hong Kong ha ceduto l’1,75%. Non è andata molto meglio a Tokyo che ha chiuso a -1,01% a causa del dato relativo alla crescita del Prodotto interno lordo che ha mancato le attese degli analisti.
Milano apre in rialzo
Avvio debole per le piazze finanziarie del Vecchio continente. In attesa degli aggiornamenti sulla produzione industriale in Italia e Francia, gli operatori sembrano concentrarsi sulla negativa chiusura delle Borse asiatiche. Sullo sfondo, poi, permangono le incertezze sulla intricata crisi diplomatica in Crimea, con il Parlamento della regione che ha indetto un referendum per votare l’annessione alla Repubblica federale russa.
A Milano il Ftse Mib ha aperto a +0,22%, grazie alla buona intonazione del comparto bancario, guidato dai rialzi di Unciredit e Intesa Sanpaolo. In ribasso i titoli del Banco Popolare e di Bpm. Sul fronte del debito sovrano, partenza in salita per gli spread di Italia e Francia, nel giorno in cui Parigi collocherà titoli di stato a tre, sei e 12 mesi. Il differenziale italiano, comunque, si mantiene sotto la soglia dei 180 punti base.
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