Piazza Affari continua a correre. Ma la situazione congiunturale dell’Italia non consente di essere troppo ottimisti sul futuro della Borsa milanese. L’indice Msci relativo alla Penisola nell’ultimo mese (fino all’11 ottobre e calcolato in euro) ha guadagnato il 7,5%, portando a +14,3% la performance da inizio anno. Un andamento legato soprattutto alla possibilità di un’uscita dell’Europa dal tunnel della crisi che sta facendo riscoprire agli investitori le valutazioni dei titoli dei paesi periferici. Alla fine, però, si dovrà tornare a parlare di fondamentali macro e la situazione potrebbe cambiare. Soprattutto se dovessero tornare a soffiare venti di crisi politica.
Il quadro macro
Il quadro fornito dall’ultima tornata di dati dell’Istat non è molto rassicurante. La produzione industriale, ad esempio, è scesa dello 0,3% congiunturale ad agosto e del 7,6% tendenziale. L’indice corretto per gli effetti di calendario (a parità di giornate lavorative che sono state 21 contro 22 di agosto 2012) segna un calo del 4,6%. In otto mesi la produzione industriale è scesa del 4%.
Nel secondo trimestre la pressione fiscale ha toccato il livello del 43,8% del Pil, in aumento rispetto al primo trimestre (39,1%) e anche all’anno precedente (42,5%). Il tasso di disoccupazione, ad agosto, è salito ancora al 12,2% (+0,1 punti su mese e +1,5 su anno), segnando un nuovo record. Il tasso di occupazione è fermo al 55,8% (invariato su mese e -0,8 punti su anno). I prezzi alla produzione dei prodotti industriali sono saliti ad agosto dello 0,2% congiunturale e scesi del 2% tendenziale, il calo più consistente da novembre 2009. A settembre, il clima di fiducia delle imprese è salito a 83,3 dall’82 secco di agosto.
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