Pensioni, i negoziali ci provano ma non seducono

Questi strumenti vanno bene, ma datori di lavoro e dipendenti aderiscono ancora limitatamente. Le linee bilanciate e garantite sono quelle più rappresentate. Però con il rally delle Borse quelle aggressive rendono di più.  

Azzurra Zaglio 09/08/2013 | 13:04
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I fondi pensione negoziali rendono bene ma non piacciono. Nell’ultima relazione della Covip si legge che questi prodotti a fine 2012 hanno avuto una performance dell’8,2%, mentre nei primi sei mesi del 2013 hanno segnato + 1,3%. L’attivo netto destinato alle prestazioni (Andp) ha superato i 31 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2012 del 4%. Eppure il numero degli iscritti rimane inferiore ai due milioni.

"A sei anni dall'avvio della riforma l'incremento della partecipazione al sistema della previdenza complementare, sebbene significativo, risulta ancora inferiore alle aspettative",

si legge nella Relazione Covip. Eppure, le pensioni pubbliche sono sempre più basse e anche per questo dovrebbe essere avvertita maggiormente la necessità di cominciare a pensare presto al futuro. A sei anni dalla riforma (anche se per alcuni settori pubblici i Fondi negoziali hanno appena un anno di vita), in Italia solo un dipendente su quattro ha scelto di costruirsi una pensione integrativa.

La scarsa sensibilità verso l'adesione ai fondi negoziali si nota anche da parte dei datori di lavoro, anche pubblici, preoccupati degli esborsi che dovrebbero sostenere. "Il datore di lavoro dà un 1% (il lavoratore può invece devolvere un importo anche maggiore) e sul piano fiscale ci sono condizioni favorevoli”, dice però Bruno Bugli, presidente del fondo Perseo ed ex vice presidente dell’Inps . “Si tratta di superare un gap tra quello che si guadagna alla fine della vita lavorativa e la pensione che, negli ultimi anni, si è ridotta del 20%. Questo significa non avere buone prospettive. Con la pensione integrativa si colma questo divario e ci si garantisce una vita perlomeno dignitosa".

Il rendimento c’è
Secondo il database di Morningstar sul mercato italiano ci sono 33 fondi pensione chiusi per 105 linee di investimento. A cinque anni il rendimento composto ammonta a +18,70% (+11,96% a tre anni).

Le linee più rappresentate sono quelle bilanciate e garantite (66 e 29 rispettivamente). Con il rally delle Borse internazionali, quelle dinamiche e aggressive che investono soprattutto in azioni, si sono aggiudicate le performance migliori nel breve e medio periodo.

Una situazione che però si rovescia osservando la classifica dei rendimenti annualizzati a cinque anni. I migliori cinque fondi negoziali bilanciati hanno rendimenti annualizzati compresi tra il 7,9 e il 5,3%. I migliori garantiti, invece, sono leggermente inferiori e hanno performance tra il 4,43 e il 3,21% (sempre annualizzate).

Come funzionano
Il funzionamento di un fondo pensione chiuso avviene mediante l’attività di una serie di organi, alcuni interni al fondo e altri esterni. Ognuno svolge un ruolo ben preciso definito dallo statuto del fondo stesso o dalla legge. Lo scopo è quello di garantire la gestione dello strumento in modo efficiente e corretto.

Tra quelli interni, particolare è la figura del rappresentante del fondo che viene nominato dal consiglio di amministrazione e deve svolgere la propria attività in modo autonomo e indipendente. L’incarico può essere conferito anche al direttore generale o a uno degli amministratori del fondo (cosa che invece non è possibile per quelli aperti e per i Pip). Il responsabile del fondo ha il compito di verificare che la gestione sia svolta nell’esclusivo interesse degli aderenti e di vigilare sul rispetto dei limiti di investimento complessivi e per ciascuna linea in cui si articola la gestione del fondo.

Per quanto attiene invece alla gestione patrimoniale delle risorse, queste sono integralmente e sempre affidate all’esterno, mediante convenzioni con gestori abilitati. Questi sono individuati in modo da garantire il raggiungimento dell’obiettivo del fondo e la trasparenza nel processo di investimento. Il Cda del fondo definisce l’asset allocation strategica, parametri, limiti operativi e il benchmark. L’assegnazione dei mandati avviene secondo una procedura vigilata e regolamentata dalla Covip e medianta gara pubblica.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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