La Grande muraglia non è più invalicabile

Pechino si muove verso una maggiore liberalizzazione degli investimenti esteri sui listini locali. Ad oggi, in Italia, solo due Etf offrono un’esposizione verso le A-Shares.

Valerio Baselli 12/03/2013 | 10:59
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La Grande muraglia cinese fu eretta  nel 215 a.C. per proteggere i confini nazionali dalle numerose tribù nomadi che minacciavano continuamente di invadere il paese. Oggi, a più di due mila anni di distanza, ha perso la sua funziona storica, ma in senso figurato si potrebbe dire che la Cina resta ancora molto protetta, quasi invalicabile, almeno per gli investitori stranieri.

Infatti, i titoli azionari quotati sulle Borse di Shanghai e Shenzhen (A-Shares) non sono ancora accessibili alla maggior parte degli esteri. Come conseguenza, la maggior parte dei fondi comuni e degli Exchange traded fund dedicati alla Terra di mezzo sono costretti a investire nei titoli cinesi quotati a Hong Kong (H-Shares, Red Chips e P-Chips) e a New York.  In sostanza, la gran parte del mercato cinese (il 70% in termini di capitalizzazione) è chiuso agli stranieri. Per un approfondimento sulle differenze tra le varie categorie di azioni quotate in Cina, clicca qui. 

Qualcosa si muove
“A partire dal 2002, gli investitori istituzionali esteri che vogliono acquistare titoli quotati sul mercato interno, cioè le A-Shares, devono ottenere dal governo una licenza qualificata da investitore istituzionale straniero, QFII la sigla ufficiale”, spiega in una nota Patricia Oey, analista Etf di Morningstar. “Nonostante questo programma sia in vigore da più di un decennio, il governo cinese ha concesso permessi col contagocce, per cui i capitali stranieri rappresentano attualmente solo l’1-2% del mercato locale cinese”. Nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, il governo cinese ha fatto alcune mosse per aprire il mercato interno azionario e attrarre più investitori istituzionali. “Innanzitutto, Pechino ha in programma di ampliare in modo significativo il programma QFII (che comprende anche il gemello programma RQFII, dedicato alle case d’investimento di Hong Kong), come parte dei suoi sforzi globali per liberalizzare i mercati dei capitali e valute”.

Ma non finisce qui. Anche dal punto di vista fiscale, il governo cinese ha recentemente deliberato nuove regole che potrebbero in futuro aprire ai grandi investitori istituzionali, come i fondi pensione. “Ad esempio, a inizio anno è stata introdotta una nuova tassazione sui dividendi distribuiti dalle aziende quotate sui listini interni, che favorisce l’investimento in lungo periodo”, commenta Oey. “I redditi da dividendi, infatti, saranno tassati al 20% sulle azioni detenute meno di un mese, del 10% per le azioni detenute più di un mese ma meno di un anno, e del 5% su quelle detenute più di un anno. Prima, la tassazione era del 10% senza distinzioni. Sul lungo periodo, pensiamo che mosse del genere siano positive per lo sviluppo di un solido mercato azionario in Cina”.

Etf per diversificare
In Italia, ci sono solo due Etf che offrono esposizione al mercato delle A-Shares: Cs Etf (Ie) On Csi 300 e Db X-Trackers Csi300 Ucits Etf. Entrambi replicano l’indice Csi 300, un benchmark basato sulla capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante che racchiude le 300 società quotate sulle Borse di Shanghai e di Shenzhen. “In confronto con i benchmark dedicati al mercato di Hong Kong, il Csi 300 si presenta più diversificato, anche perché le aziende cinesi a grande capitalizzazione come China Mobile o Cnooc non sono quotate sui listini interni”, spiega l’analista di Morningstar. “Detto questo, la natura chiusa di questo del mercato aggiunge rischio aggiuntivo, infatti di norma le A-Shares sono più volatili delle H-Shares. Comunque, anche se questi cambiamenti normativi del mercato della Cina continentale potrebbero portare dei benefici, pensiamo che sarà comunque un processo piuttosto lento”. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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