Prestito titoli, terra smossa

Migliorate le pratiche di condotta degli emittenti di Etf, ma sui ritorni per gli investitori finali si può fare di più.

Sara Silano 27/08/2012 | 12:05
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In Europa, è di circa il 45% la percentuale di Etf a replica fisica che praticano in prestito titoli. Morningstar ha condotto uno studio su 10 emittenti per verificare i progressi nel grado di trasparenza sul rischio di controparte e il collaterale, dopo gli appelli delle autorità di vigilanza per migliori pratiche di condotta. I provider sono stati promossi con riserva: la situazione non è più quella di un tempo, ma ci sono ancora spazi per aumentare l’informazione agli investitori.

Le dimensioni del fenomeno
La pratica di cedere temporaneamente dei titoli in prestito a terzi in cambio di una commissione è diffusa a livello globale. Si stima che i volumi si aggirino tra l’1,5 e i 3 mila miliardi di dollari. In Europa, secondo Markit, l’ammontare di azioni interessate sarebbe di circa 132 miliardi di dollari. “La mancanza di trasparenza su queste operazioni nell’industria dei fondi rende difficile quantificare i benefici per gli investitori finali”, dicono Hortense Bioy e Gordon Rose, autori dello studio. “Stime conservative dell’Isla (International securities lending association) parlano di ritorni pari a 1 miliardo di euro nel 2011. Secondo i dati della nostra analisi, possiamo dire che circa 40 milioni di ricavi netti sono stati generati dall’attività degli Etf fisici, per un ammontare intorno ai 9,2 miliardi di asset in prestito”. 

Tanti titoli di Stato
L’analisi Morningstar rivela che sono soprattutto gli Etf azionari ad attuare questa pratica, ma l’equity rappresenta solo il 46% dei titoli prestati, mentre le obbligazioni sono il 54%. Si tratta soprattutto di governativi, per i quali la domanda deriva da esigenze di finanziamento e costituzione di collaterali a garanzia di altre operazioni. L’ammontare prestato varia da emittente a emittente, dal momento che non ci sono vincoli regolamentari, a differenza degli Stati Uniti, dove il tetto è del 50%. Nel 2011, l’85% dei replicanti esaminati ha prestato meno della metà degli asset, ma ci sono alcuni, come iShares, che sono arrivati al 100% per gli Etf specializzati sui titoli di Stato tedeschi. E’ bene precisare, però, che nel corso di quest’anno molte società, tra cui BlackRock (di cui iShares fa parte), Spdr e Hsbc hanno deciso di limitare tale attività. 

Contro il rischio di controparte
Per mitigare il rischio di controparte, chi prende in prestito deve porre un paniere collaterale a garanzia, che generalmente è costituito da titoli di Stato e azioni dei paesi sviluppati. Secondo le nuove linee-guida dell’Esma (l’autorità europea di vigilanza sui mercati), il collaterale deve essere sufficientemente diversificato e valorizzato ai prezzi di mercato su base giornaliera. Gli emittenti hanno anche assunto misure a maggior tutela degli investitori in relazione alle controparti del prestito titoli, stipulando una sorta di polizza assicurativa contro il possibile fallimento. Infine, molti pubblicano sui loro siti informazioni sulla composizione e l’ammontare del collaterale, sui livelli medi e massimi di prestito titoli e sul rendimento netto generato al fondo da questa attività.

Quanto spetta agli investitori
Un altro capitolo delicato è la ripartizione dei ricavi derivanti dal prestito titoli. Nella maggior parte dei casi, la percentuale di guadagni rigirati al fondo è compresa tra il 45 e il 70% lordo. Alcuni emittenti dichiarano di reinvestire il 100%, al netto dei costi, ma non c’è trasparenza al riguardo. Non è detto che la situazione migliorerà in seguito all’intervento dell’Esma. “E’ probabile che i cambiamenti siano più sulla carta che effettivi”, dicono gli autori dello studio. “Ma le raccomandazioni avranno il merito di indurre gli emittenti a rivedere le loro politiche e valutarne l’adeguatezza. Speriamo che maggiori requisiti di trasparenza, insieme con la competizione, portino a una riduzione dei costi associati al prestito titoli e a più elevati guadagni per gli investitori finali”.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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