Il bond piace se è di qualità

Gli investitori si stanno orientando su emissioni che abbiano come minimo un rating di A. Soprattutto se corporate e americane.

Marco Caprotti 05/08/2011 | 15:57
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I mercati saranno anche in preda a una crisi legata ai bond, ma agli investitori l’appetito per le obbligazioni non sembra essere passato. L’indice BarCap del debito governativo nell’ultimo mese (fino al 4 agosto e calcolato in euro) ha guadagnato il 3,35% mentre il paniere riservato ai corporate è salito dell’1,3%. “Nonostante le tempeste scatenate dalla situazione americana ed europea (o forse proprio a cause di queste) gli operatori si sono lanciati sui titoli con un rating minimo di singola A”, spiega uno studio firmato da Dave Sekera, analista di Morningstar. “Sul mercato sono corse voci che fra i più attivi compratori ci fossero i cinesi che cercavano asset alternativi ai Treasury. Molto attive sarebbero state anche le società di assicurazione”.

Nel porto dei corporate
Gli operatori, insomma, alla luce dell’andamento dei mercati azionari hanno deciso ancora una volta di ripararsi nel porto sicuro dei bond. Non potendo contare sulle obbligazioni americane a causa dei rischi di default del paese evitati in extremis con l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito (per un approfondimento clicca qui), hanno cercato altri emittenti affidabili. Un salvagente è stato rappresentato dalle emissioni aziendali di società come Wal-Mart (rating AA), Microsoft (AAA) e Johnson&Johnson (AAA). “Gli investitori in questo momento preferiscono avere carta di soggetti che hanno bilanci trasparenti e buone riserve di cassa”, continua Sekera. “In quest’ottica è difficile convincere un operatore che non si devono avere titoli Microsoft. Il gruppo ha in cassa 53 miliardi di dollari e debiti per 12 miliardi. Senza contare che, a livello di trasparenza, è sicuramente più affidabile di un qualsiasi emittente governativo”.

L’elemento fiducia
Gli analisti di mercato, del resto, in questi mesi hanno sottolineato più volte come, in una situazione difficile come quella che stanno attraversando i mercati, avere fiducia nei confronti di chi mette obbligazioni sul mercato sia fondamentale. “I bond sono un titolo di debito”, dice l’analista di Morningstar. “E il creditore deve fidarsi del soggetto, sia esso uno stato o un’azienda, a cui presta i soldi”. Da questo punto di vista le obbligazioni che in questo momento conviene avere in portafoglio sono quelle dei gruppi americani. “Gli Usa hanno una tradizione di trasparenza più radicata rispetto al Vecchio continente”, scrive Sekera. “Un esempio per tutti è il segmento bancario: è difficile sapere quali titoli a rischio abbiano in cassa gli istituti europei, mentre quelli americani sono stati più chiari”.

Se l’Europa va trattata con cautela per quanto riguarda i corporate, con il debito sovrano bisogna proprio usare le molle. “Lo spread fra i titoli italiani e spagnoli nei confronti di quello dei bond tedeschi (che nel Vecchio continente sono la pietra di paragone), si sta allargando sempre di più”, continua il report. “Considerando che questi due paesi sono più grandi della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda, che hanno più debiti e che rappresentano una fetta importante del Pil di Eurolandia, se uno dei due dovesse avere difficoltà a rifinanziarsi per gli altri stati europei diventerebbe quasi impossibile organizzare un piano di aiuti”.

Per approfondire le tematiche legate al reddito fisso leggi Morningstar Investor

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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