Latam, l'ottimismo arriva dal Brasile

L'area nell'ultimo mese ha rallentato la corsa. Ma restano i segnali positivi.

Marco Caprotti 17/11/2009 | 16:04
Facebook Twitter LinkedIn
Mentre i mercati internazionali si interrogano sulla durata e sulla portata della ripresa, l’America latina ne approfitta per riprendere un po’ di fiato. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 17 novembre e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,5% portando a +83% la performance da inizio anno. In altre parole, è sulla strada buona per recuperare l’80% perso per strada nel corso del 2008. Negli ultimi 30 giorni, intanto, il paniere mondiale si è lasciato dietro lo 0,1% segnando, da gennaio, +18,5% (-39% l’anno scorso).

Anche il Sudamerica, insomma, sta soffrendo le incertezze congiunturali che assillano il resto del pianeta. “Il rallentamento dell’area è dovuto alla naturale prudenza degli investitori nei momenti di incertezza”, spiega una nota di Morningstar. “Le p

otenzialità della zona nel lungo termine, tuttavia, restano intatte, come dimostrato anche dall’esiguità della correzione”. La domanda di materie prime (la prima fonte di entrate per America latina), del resto, è destinata a rimanere alta. La conferma è arrivata dal meeting dei 21 Paesi che fanno parte del forum di cooperazione economica dell’Asia-Pacifico che ha deciso di mantenere in piedi i programmi di stimolo economico varati con lo scoppio della crisi. Una buona notizia per i Paesi del Sudamerica che, di quella zona, sono i principali fornitori di commodity.

Segnali di ottimismo arrivano anche dal Brasile, considerato la locomotiva dell’intera regione. In base alle ultime proiezioni della Banca centrale del Paese, l’anno prossimo l’economia nazionale registrerà un’espansione del 5%. Le stime precedenti parlavano di un +4,83%. Secondo il Ministero del lavoro, inoltre, il numero degli occupati continua a salire e, alla fine del 2009, dovrebbe superare abbondantemente il milione di unità. Tutte queste notizie, in Borsa, si sono trasformate in una spinta per i titoli legati alle materie di base e per quelli della grande distribuzione.

Gli investitori, intanto, guardano con sempre maggiore interesse all’Argentina. Il Paese sta lavorando a un nuovo piano per restituire i soldi ai possessori di bond governativi che, nel 2001, erano rimasti con il cerino in mano dopo che lo Stato aveva dichiarato default. Chiudere la vertenza con gli obbligazionisti permetterebbe all’Argentina di poter accedere di nuovo al mercato internazionale dei crediti e vedere spuntare nuovi investitori internazionali.

“Non c’è dubbio che l’America latina, insieme agli altri mercati emergenti, resti uno degli asset di investimento più interessanti per il futuro”, continua la nota di Morningstar. “Basta vedere come sono cambiati i portafogli internazionali degli operatori. Nel 1950 l’area Latam era praticamente assente. Oggi rappresenta una quota di circa il 15% degli asset totali e la percentuale sta crescendo ancora. Un avvertimento, tuttavia, è d’obbligo: i mercati emergenti sono ancora un investimento considerato rischioso. Questo significa che, potenzialmente, possono dare alti rendimenti, non che li daranno sicuramente”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures