5 trend ESG lasciati in eredità dal 2018

L’importanza dell’investimento sostenibile continua a crescere. Ecco le indicazioni arrivate l’anno scorso e che gli investitori devono tenere in conto anche per il 2019.

Jon Hale 23/01/2019 | 09:33
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Rischio climatico in crescita
La più grande sfida di sostenibilità che sta affrontando il mondo oggi è quella del riscaldamento globale. Due studi ne hanno sottolineato la gravità. Il report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, scritto da un gruppo di scienziati riuniti dalle Nazioni Unite e pubblicato a ottobre 2018 ha indicato che la Terra è “sulla strada per surriscaldarsi di 1,5 gradi celsius rispetto ai livelli preindustriali entro il 2040, aumentando in questo modo i rischi per la salute, i mezzi di sussistenza, la sicurezza del cibo, le forniture d’acqua e la crescita economica”. Il report stima l’impatto in 54mila miliardi di dollari. Una situazione che potrebbe peggiorare nel corso del secolo se il riscaldamento dovesse aumentare. Questo studio è stato seguito, a novembre, dal secondo volume del National Climate Assessment che si è concentrato sull’impatto del riscaldamento globale negli Usa. Ed è arrivato a conclusioni simili. “I cambiamenti climatici creano nuovi rischi ed esasperano le attuali vulnerabilità nelle comunità degli Stati Uniti presentando nuove sfide alla salute e alla sicurezza umana, alla qualità della vita e ai tassi di crescita economica”.

I cambiamenti climatici sono in cima alle problematiche ESG che preoccupano i gestori di fondi, secondo il report biennale US Sustainable Responsible and Impact Investing Trends della SIF Foundation americana. A dicembre l’Institutional Investor Group on Climate Change (che raggruppa 451 asset manager e gestori di fondi pensione con 32mila miliardi di asset in gestione) ha chiesto ai governi di fare di più per combattere i cambiamenti climatici.

Gli investitori hanno bisogno che le società rendano pubblici i loro dati sui rischi legati ai cambiamenti climatici che corrono e le iniziative che stanno mettendo in campo per mitigare quei pericoli. Molte società affrontano rischi legati al carbonio. Questo significa che sono esposte ai combustibili fossili o li utilizzano. Gli investitori devono sapere se queste società possono sopravvivere alla transizione da questo tipo di energia e come intendono portarla avanti. Ci sono poi rischi direttamente legati ai cambiamenti climatici e agli eventi metereologici. Secondo uno studio di Schroders, il costo che dovranno affrontare alcune società per assicurarsi contro i rischi fisici associati al cambiamento climatico potrebbero ammontare al 4% del loro valore di mercato.

Se non siete ancora sicuri del perché gli investitori dovrebbero essere preoccupati per i cambiamenti climatici vi suggerisco la lettura del white paper di Jeremy Grantham preparato in occasione del suo speech all’ultima MIC.

L’impegno di BlackRock per l’investimento sostenibile
L’anno 2018 è iniziato con la lettera spedita dal capo di BlackRock, Larry Fink, ai CEO delle aziende in cui chiedeva di pensare con una visione di lungo periodo, in modo da beneficiare tutti gli stakeholder e di concentrarsi su come dare contributi alla società. Qualcuno ha risposto citando le teorie, vecchie di mezzo secolo, di Milton Friedman secondo cui la responsabilità sociale di una azienda è quella di massimizzare i propri profitti. Ma, in questo modo, hanno dimostrato di non aver capito il senso della lettera. Fink non spingeva gli amministratori a spendere dei soldi per sentirsi meglio con la loro coscienza. Li stava invitando a posizionare le aziende su obiettivi di profittabilità di lungo termine, guardando allo scenario generale, riconoscendo che concentrandosi nel minimizzare gli impatti sociali e ambientali e accentuando gli elementi positivi sarebbero stati premiati dai clienti più consapevoli, avrebbero protetto i loro marchi e attratto i talenti migliori. Da parte sua BlackRock si è impegnata a condividere con i suoi azionisti le informazioni suoi suoi sforzi per convincerele aziende in cui investe. Nel frattempo, ha lanciato nuovi Etf dedicati agli investimenti ESG.

Stewardship
Un terzo elemento è la stewardship: come gli investitori si confrontano con le società di cui sono azionisti e come votano in assemblea. Gli investitori si confrontano sempre più spesso con le società chiedendo informazioni sui rischi legati al cambiamento climatico. BlackRock ha aumentato la sua attività di stewardship partendo dal presupposto che essendo un investitore importante, l’unico modo che ha per influenzare una società creando valore per i suoi investitori è attraverso il confronto. Le risoluzioni degli azionisti sui temi ESG sono cresciute e diventate più frequenti raggiungendo i massimi storici nel corso del 2018.

Le risoluzioni su temi ambientali e sociali
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A prima vista l’andamento può sembrare debole, ma bisogna ricordare che questo tipo di risoluzioni spesso trovano l’opposizione del management. Gli investitori, poi, generalmente non si oppongono a chi guida la società a meno che non siano particolarmente preoccupati per qualche questione. Il fatto che ci siano sempre maggiori risoluzioni indica che gli investitori si stanno preoccupando per questi fattori. Molte volte accade che una risoluzione non arrivi al voto perché scatena un immediato dibattito fra il management e gli azionisti che porta ad affrontare il problema in tempi rapidi. Secondo il Sustainable Investing Institute nel 2018 sono state più le risoluzioni ritirate (212) che quelle arrivate al voto (177).

I  crescenti successi sul fronte della stewardship hanno portato ad attacchi da parte delle lobby. E’ accaduto quando la National Association of Manufacturers (Nam) ha detto che le questioni ESG sono solo di natura politica e che le società di gestione fanno engagement senza considerare le opinioni degli investitori di cui gestiscono i soldi. La Nam sta anche cercando di spingere la Sec a introdurre regole che limitino la possibilità agli azionisti di fare proposte.

Ma complicare la vita degli azionisti sarebbe un passo nella direzione sbagliata. Questo tipo di discussioni facilitano i rapporti fra le aziende e i soci e permettono di individuare in anticipo i segnali di problemi che stanno emergendo.

L’universo dei fondi sostenibili sta crescendo
Negli Stati Uniti questo universo si sta espandendo. Nel 2018 sono stati lanciati 31 nuovi fondi e 55 strumenti hanno aggiunto criteri ESG o di impatto ai loro processi. Secondo i miei calcoli ci sono oggi 341 fondi (compresi gli Etf) sostenibili disponibili per gli investitori Usa (della lista fanno parte fondi che hanno detto chiaramente nel prospetto che utilizzano criteri di sostenibilità o ESG o che applicano strategie di impatto).

Il livello di impegno sul fronte ESG dei fondi varia. Alcuni hanno semplicemente aggiunto un riferimento all’ESG nel prospetto. Altri hanno dichiarato chiaramente di utilizzare criteri ESG sia nella selezione dei titoli che nella costruzione del portafoglio. Altri ancora hanno detto che includono l’impact investing come obbiettivo accanto a quello finanziario.

I fondi sostenibili si sono comportati bene nel 2018
Nel 2018 (fino al 17 dicembre) i fondi sostenibili si sono comportati bene in termini di performance rispetto ai concorrenti. Ho preso in considerazione i fondi che fin da inizio anno si definivano sostenibili e ho analizzato i rendimenti della classe più anziana presente nel database Morningstar. Il rendimento del 34% dei fondi sostenibili si è piazzato nel quartile più alto della categoria di apparteneza e il 60% ha finito l’anno nella metà più alta. Solo il 19% ha finito il 2018 nel quartile più basso. Da sottolineare che, in un anno in cui l’equity ha fatto fatica, il sentiero seguito dai fondi azionari è stato simile.

sol2I fondi sostenibili oggi seguono diverse strategie di investimento, il loro rendimento collettivo non è guidato dal peso di un unico settore. Condividono però la comune considerazione dei fattori ESG che li porta verso società che si occupano attivamente di questioni sociali e ambientali e che hanno buone pratiche di corporate governance. Queste sono aziende che tendono ad avere una volatilità più bassa e che resistono durante le fasi di calo dei mercati.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Jon Hale  è Head of sustainable investing research in Morningstar.

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