Liquidità, 5 errori da evitare

Con i rendimenti monetari ai minimi storici, gestire la propria tesoreria è sempre più difficile. Ecco alcune cose da non fare.

Valerio Baselli 20/09/2016 | 09:57
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La politica ultra accomodante della Banca centrale europea degli ultimi anni ha aiutato non poco i mercati azionari e obbligazionari, mentre chi vuole semplicemente parcheggiare i propri soldi in strumenti monetari ha sempre più difficoltà a trovare rendimenti accettabili.

In un contesto in cui la maggior parte delle opzioni “cash” offre dei rendimenti inferiori all’1%, e ben al di sotto dell’inflazione, è probabilmente più facile commettere alcuni passi falsi nella ricerca di un reddito maggiore. Christine Benz, responsabile della sezione Finanza personale di Morningstar, ha identificato i cinque errori più comuni nella gestione della propria liquidità.

Guardare solo il rendimento tralasciando i rischi
I tassi monetari in picchiata hanno avuto come effetto un restringimento importante dello spread tra i rendimenti degli strumenti ad alto rischio e quelli degli strumenti a basso rischio. Banalmente, occorre distinguere gli strumenti che sono coperti dalla garanzia data dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che assicura il capitale investito fino a 100.000 euro, come i conti deposito, da quelli che invece non sono coperti in questo senso, come i fondi comuni monetari.

Attualmente, la situazione è quantomeno inusuale: gli strumenti coperti dal Fondo interbancario (meno rischiosi) offrono rendimenti mediamente più alti di quelli non coperti (quindi più pericolosi). Detto questo, però, è sempre bene ricordarsi che un rendimento più elevato può derivare da un forte bisogno di liquidità, figlio di un possibile squilibrio patrimoniale, occorre quindi valutare se il gioco vale la candela.

Non gestire la liquidità in modo attivo
Quando si tratta di liquidità, gli strumenti che offrono il miglior rapporto rischio/rendimento cambiano molto velocemente. Se parlando d’investimento azionario la strategia del buy&hold (compra e tieni) può essere consigliata, nell’ambito del cash non è il caso. Perciò, è probabile che gli investitori che parcheggiano il loro capitale per lunghi periodi di tempo senza più spostarlo, paghino un costo-opportunità. 

Ecco perché in questo senso è bene fare un check-up della propria esposizione in liquidità e delle possibili alternative un po’ più spesso rispetto alle esposizioni azionarie e obbligazionarie. Attenzione però che alcuni strumenti monetari obbligano a bloccare il capitale per un determinato periodo di tempo, pena una commissione da pagare per spostarlo prima.

Detenere troppo cash
Avere a disposizione una somma pronta all’uso è sempre utile, ma oggi la liquidità rende praticamente zero (al netto dell’inflazione a volte anche sotto lo zero). Ecco perché è bene non detenere in cash più del necessario. Per i giovani lavoratori la regola generale è quella di tenere in liquidità l’equivalente di sei mesi di spese correnti, mentre per chi si avvicina alla pensione è meglio salire fino a un anno.

Ignorare usi alternativi (come rimborsare i propri debiti)
Per gli investitori che cercano un “rendimento” garantito, ma non per forza della liquidità pronta all’uso, ci potrebbe essere un uso migliore del loro denaro: rimborsare i debiti. Banalmente, senza entrare in situazioni particolari, molti investitori in liquidità hanno un mutuo da rimborsare; anche se i loro tassi di interesse sui mutui sono bassi, restano ancora superiori ai rendimenti che incassano attraverso le loro posizioni in liquidità, e il “ritorno” che guadagnerebbero rimborsando il debito è garantito. Naturalmente, estinguere in anticipo un mutuo non è sempre e comunque la scelta migliore. Se veramente si ha bisogno di liquidità supplementare, ad esempio, parcheggiare il denaro in un vero e proprio strumento di cassa sarà la scelta più logica.

Scartare a priori il reddito fisso
Perché un investitore dovrebbe scegliere un fondo obbligazionario "core" anziché un conto deposito coperto dal Fondo di garanzia interbancario? La ragione sta nel fatto che se il periodo di detenzione è sufficientemente lungo - per esempio, almeno cinque anni - e non c'è il bisogno di liquidità pronta all’uso, è probabile che un fondo obbligazionario “core” renda di più, nonostante tutto.

Anche se il fondo obbligazionario può perdere valore quando i tassi di interesse salgono, nel corso del tempo dovrebbe essere in grado di recuperare quel terreno, investendo in nuovi bond a rendimento più alto alla loro emissione. E quando i rendimenti dei titoli obbligazionari scendono, gli investitori a reddito fisso ne beneficiano, al contrario di chi è investito in liquidità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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