Fondi pensione, l’aggressività paga

Le linee bilanciate dei comparti di previdenza complementare sono quelle con una vita più lunga. Negli ultimi anni, le strategie più orientate all’equity hanno raccolto i frutti del rally dei mercati. Ma i costi possono variare molto.

Valerio Baselli 24/06/2016 | 08:54
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I fondi pensione sono nati come strumenti di lungo periodo ed è quindi normale che le strategie bilanciate siano quelle più longeve. In effetti, questo tipo di comparti sono, in termini di raccolta, i preferiti dagli aderenti al secondo pilastro. Le ragioni sono piuttosto intuitive: rispondono, come profilo di rischio, alle esigenze tipiche di chi risparmia in ottica previdenziale con un orizzonte temporale importante, in quanto equilibrano il potenziale di rendimento delle azioni con la relativa tranquillità delle obbligazioni.

Oggi le possibilità a disposizione degli investitori si sono notevolmente ampliate: oltre ai comparti bilanciati (prudenti, moderati e aggressivi), si spazia dai prodotti a capitale garantito, alle linee obbligazionarie pure, a quelle puramente azionarie.

L’offerta di forme pensionistiche è quindi alquanto diversificata. Morningstar censisce attualmente 140 fondi pensione, tra gli aperti, i negoziali e le unit linked, per un totale complessivo di 420 diverse linee d’investimento. Di queste, 209 fanno parte delle gestioni bilanciate (sotto il dettaglio per ogni categoria Morningstar).

Il numero di fondi di piccole dimensioni rimane comunque elevato: a fine 2015, solo 12 fondi raccolgono più di 100.000 iscritti; oltre la metà ha meno di 1.000 iscritti; di questi, il 90% è costituito da fondi pensione preesistenti.

L’anno passato, secondo i dati della Covip, le adesioni nette alla previdenza complementare sono cresciute del 12%, il che si traduce in circa un milione di nuovi ingressi nel sistema, la maggior parte confluita nei fondi negoziali (circa il 60% delle nuove adesioni). A fine 2015, la previdenza complementare totalizza oltre 7,2 milioni di iscritti, per un patrimonio accumulato che ha superato i 140 miliardi di euro, in aumento del 7,1% rispetto all’anno precedente. Esso rappresenta l’8,6% del Prodotto interno lordo italiano e il 3,4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

Le performance
Nonostante l’andamento altalenante dei mercati finanziari, il 2015 ha segnato, per il quarto anno consecutivo, rendimenti medi dei vari strumenti di previdenza complementare superiori alla rivalutazione del Trattamento di fine rapporto (pari all’1,2%). 

Nello specifico, le linee bilanciate dei fondi aperti hanno reso in media il 3,3%, quelle dei negoziali il 3,8% e le offerte bilanciate dei Pip (Piani individuali pensionistici) il 2,2%. Solo le offerte azionarie hanno segnato dei rendimenti migliori. In effetti, il rally dei mercati vissuto dal 2009 a oggi, ha aiutato non poco chi ha puntato su esposizioni più aggressive, come si evince anche dalle due tabelle sottostanti (i dati a 3 e a 5 anni sono annualizzati).

Fondiaperti

Fondi Neg 2

I costi
A fronte di differenze più limitate nei rendimenti, ampia è invece l’eterogeneità nei costi fra forme pensionistiche a parità di durata del periodo di partecipazione: su un orizzonte temporale di dieci anni, ad esempio, nei fondi pensione negoziali bilanciati l’Isc (Indicatore sintetico di costo) è in media dello 0,4% contro il 2,2% dei Pip e dell’1,4% dei fondi aperti. Tuttavia, sono i Pip che, pur continuando in media ad essere più onerosi, hanno raccolto la quota maggiore di nuove adesioni, grazie anche alle reti di vendita diffuse in modo capillare sul territorio e ai relativi meccanismi di remunerazione.

Se si confrontano i valori medi dell’Isc rilevati alla fine del 2015 dalla Covip con quelli di fine 2007, anno nel quale il sistema della previdenza complementare iniziò a operare nell’attuale configurazione a esito della riforma, non si osservano variazioni significative. Su questo fronte, comunque, da ricordare che il disegno di legge sulla concorrenza, attualmente all’esame avanzato del Parlamento, tra le altre cose, dovrebbe avviare un processo di riforma che tenga conto della necessità di favorire l’aggregazione tra fondi, con l’obiettivo di assicurare una maggiore efficienza del sistema, una migliore governance e il contenimento dei costi di gestione.

Costi Fondi Pens
Fonte: Covip

Qui sotto le categorie bilanciate Morningstar relative all’universo dei fondi pensione italiani, basta cliccarci sopra per visualizzarli.

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Bilanciati Prudenti EUR   

Bilanciati Prudenti EUR - Globali

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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