Perché essere iper-attivi penalizza

Chi adotta una strategia “buy and hold” ha rendimenti migliori di chi si muove troppo. Morningstar spiega perché entrare e uscire da un fondo non convenga. Ecco l’esempio dei due big obbligazionari di Templeton.  

Ali Masarwah 16/10/2014 | 00:11
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Non farsi prendere dall’ansia dei mercati premia. Entrare e uscire da un fondo in base alla volatilità dei mercati fa perdere parte del rendimento. Per dare prova di come una strategia buy and hold sia la soluzione migliore, Morningstar ha preso in esame i due grandi fondi del reddito fisso di Templeton: Global Bond e Global Total Return, entrambi gestiti da Michael Hasenstab, che hanno subito nel 2013 importanti deflussi e ora stanno risalendo la china.

Quando gli investitori hanno iniziato a dismettere i loro capitali dai due big obbligazionari di Hasenstab (noto come uno dei migliori del settore) era il giugno 2013 ed era appena stato annunciato dalla Federal Reserve il tapering (riduzione degli acquisti di bond Usa). Oggi però, quegli stessi investitori stanno tornando a rimettere i soldi nei due portafogli. Col senno di poi, quella di abbandonare i due prodotti non fu una buona mossa. Eppure è un comportamento tipico tra gli investitori, che si registra per la maggior parte dei comparti.

Mancanza di tempismo
Il timing resta un problema per gli investitori. Di solito, infatti, o vendono troppo tardi (quando ormai la fase critica è passata) o si fanno prendere dalla frenesia del ri-acquisto dopo aver visto la ripresa. Sarebbe invece meglio mantenere la posizione anche in momenti di tensione e aspettare di capire come muoversi. Un processo di “avanti e indietro” che lascia spesso con le tasche vuote.

Per comprendere questa tendenza, Morningstar ha messo a confronto Total return e Investor return che utilizzano due approcci di calcolo diversi. Il primo procede secondo un metodo time weighted, ipotizzando una strategia buy and hold (acquisto e tenuta di un titolo) lungo tutto il periodo di detenzione dello strumento. Il secondo è incentrato, invece, su una logica money weighted, che tiene conto dei flussi mensili aggregati, ponendo al centro l’investitore.

Supponiamo, per esempio, che due investitori impegnino 10 mila euro in un fondo che a fine 2013 ha reso il 5%. Il primo individuo però li ha investiti a inizio 2013 e ha vissuto tutte le fasi di mercato (primi nove mesi con rendimenti buoni pari al 15% e ultimo trimestre negativo con flessioni del 10%), mentre il secondo li ha impegnati ai primi di ottobre dello stesso anno, attratto dal buon andamento registrato fino a settembre. Alla fine dell’anno, le loro esperienze e i loro capitali iniziali sono nettamente diversi: il primo avrà un rendimento del 5%, mentre il secondo avrà solo subito perdite dagli iniziali 10 mila euro.

L'idea è che fondare le proprie decisioni sugli andamenti storici e provare ad anticipare il mercato è controproducente. Per questo considerare anche l’Investor Return che tiene presente dei flussi aggregati mensili in entrata e in uscita si rivela importante. La stima dei flussi per un mese è la differenza tra il netto degli asset totali all’inizio e alla fine del periodo di tempo di riferimento.

Templeton, tutti fuori
Dopo che la Federal Reserve ha annunciato a fine maggio 2013 il tapering, gli investitori che avevano contato sull’incremento dei rendimenti negli Usa, sono usciti dai bond emergenti. Di conseguenza, entrambi i fondi di Templeton hanno subito forti dismissioni, poiché gli investitori sanno che il gestore si focalizza molto sugli emerging. Tra giugno e dicembre 2013, il Templeton Global Bond ha perso 4,88 miliardi di euro di capitali investiti, mentre il Global Total Return ne ha visti uscire 2,16 miliardi.

Questa frenesia di uscire dai due fondi è stata piuttosto inutile, poiché i mercati obbligazionari si sono ripresi già durante la seconda metà del 2013 e la crisi in Ucraina nel 2014 ha avuto solo un impatto di breve durata. Infatti, gli investitori in euro che hanno mantenuto la posizione nel Templeton Global Bond coperto dal rischio di cambio hanno goduto di un +1% nel 2013 (un dato che può sembrare basso, ma che in realtà è una sovraperformance sia del benchmark, sia dei fondi competitor).

Se consideriamo invece coloro che hanno tenuto il capitale investito nella classe A del fondo (non coperta dal rischio dollaro) hanno al contrario patito una perdita pari al 3,1% nel 2013, ma anche in questo caso si tratta di un risultato migliore rispetto alla performance dell’indice e del gruppo di riferimento. Gli analisti di Morningstar, infatti, durante quei mesi hanno mantenuto e confermato lo stesso giudizio per entrambi i comparti (Bronze per il Global Total Return e Silver per il Global Bond).

Rendimenti per sempre persi
Il quadro è cambiato presto. Con i prezzi dei fondi in significativo aumento, gli investitori hanno ripreso ad affollare i due big di Templeton. Solo in quest’ultimo trimestre del 2014, il Global Bond (con una dimensione di 29,6 miliardi di euro) ha attratto 425 milioni di euro e il fratello minore Global Total Return (26,9 miliardi di euro) ne ha raccolti 370 milioni. (Il saldo netto rimane ancora negativo per gli importanti deflussi a inizio anno).

Per i due fondi di Templeton, Morningstar ha sottratto l'Investor return al dato sul Total return di ciascun fondo per vedere quanto è ampio questo divario, prendendo in considerazione un orizzonte di tre anni (2011-2014). Da settembre 2011, chi avesse investito in Templeton Global Bond A, avrebbe ottenuto un rendimento annuo (total return) del 7,58%, in realtà ha solo raggiunto il 3,92% annuo. La perdita è stata quindi di 364 punti base, proprio a causa delle trappole mentali degli investitori. 

Lo stesso discorso vale per il Templeton Global Total Return. Il rendimento totale negli ultimi tre anni della classe A del comparto è stato pari a +8,83% per anno. Il Morningstar investor return nello stesso periodo è stato invece solo del 3,05% annuo. Ne risulta così un gap di 136 punti base tra i due rendimenti, che l’investitore ha perso.

Le conseguenze enormi di lasciarsi guidare irrazionalmente dai movimenti volatili di mercato mostrate da questo esempio sono rappresentative per la maggior parte delle categorie fondi. Non solo quelle con focus su mercati volatili, ma anche in comparti con grandi flussi in entrata o in uscita. La frenesia generale è di solito accompagnata dalla corrispettiva vendita affrettata. Il consiglio che diamo agli investitori è quello di non pensare che ci siano momenti di entrata e di uscita perfetti e di non andare a caccia di rendimenti sulla base dei successi passati. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Ali Masarwah

Ali Masarwah  Ali Masarwah war von 2011 bis Frühjahr 2021 als Chefredakteur für die deutschsprachigen Anleger Websites von Morningstar verantwortlich

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