Pechino apre le porte (o quasi)

Dall’anno scorso le limitazioni all’investimento in A-Shares, le azioni dedicate agli investitori locali, sono meno stringenti. E l’industria Etf non sta a guardare.  

Valerio Baselli 07/07/2014 | 15:39
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La Cina sta vivendo un’importante (e lenta) fase di transizione, da economia chiusa a libero mercato. Un cambiamento, sia economico che sociale, già in atto da diverso tempo e che richiederà ancora parecchi anni per essere completato. L’ultimo tassello di questo percorso è rappresentato dal programma Rqfii (Renminbi qualified foreign institutional investor), il quale dà la possibilità a investitori istituzionali esteri di acquistare titoli quotati sul mercato interno previo ottenimento di una speciale licenza.

Infatti, le azioni sulle Borse di Shanghai e Shenzhen (A-Shares) non sono ancora accessibili alla maggior parte degli stranieri. Come conseguenza, la maggioranza dei fondi comuni e degli Exchange traded fund dedicati alla Terra di mezzo sono costretti a investire nei titoli cinesi quotati a Hong Kong (H-Shares, Red Chips e P-Chips) e a New York.  In sostanza, la gran parte del mercato cinese (il 51% in termini di capitalizzazione) è chiuso agli stranieri. Per un approfondimento sulle differenze tra le varie categorie di azioni quotate in Cina, clicca qui

La diffusione di questo programma è stata graduale: nel 2012 è stato lanciato il primo Rqfii Etf a Hong Kong, nel 2013 negli Stati Uniti e ora i replicanti che scavalcano a piè pari la Grande muraglia sono sbarcati anche in Europa. Dopo il lancio su Borsa Italiana da parte di DeAWN a gennaio dell’Etf db x-trackers Harvest Csi 300, il quale replica un benchmark basato sulla capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante che racchiude le 300 società quotate sulle Borse di Shanghai e di Shenzhen, Etf Securities ha da poco lanciato l’Etfs-E Fund Msci China A Go, il primo replicante in Europa a tracciare l’indice Msci China A, che copra l’intero mercato interno cinese (Borse di Shanghai e Shenzhen), composto da 467 titoli a larga e media capitalizzazione.

Etf Securities ha creato il fondo in collaborazione con E Fund, società di gestione cinese e terzo detentore di quote nel programma Rqfii. Ad oggi, infatti, le società estere che vogliono creare un fondo dedicato alle A-Shares devono avere un partner cinese che faccia anche da socio di maggioranza. Già un passo in avanti rispetto a qualche anno fa, quando per poter scambiare questi titoli si era obbligati ad avere una sede in Cina.

Scommessa sul futuro del Celesto impero
“Questo è un Etf per cassettisti, per chi crede come noi che la Cina abbia ancora ampio spazio di crescita nei prossimi anni”, afferma Simona Gambarini, responsabile della ricerca per Etf Securities. “Il Prodotto interno lordo della Cina supererà quello degli Usa nel corso dell’anno, ma il Pil  pro capite è ancora molto lontano dalle principali economie avanzate, perciò crediamo che la crescita cinese sia lungi dall’essere terminata”. Anche a livello di manovre fiscali e monetarie, le autorità hanno grandi margini di manovra, considerato il basso livello di debito pubblico.

A livello di mercato borsistico, la capitalizzazione di quello cinese è pari al 59% del Pil, un valore decisamente contenuto se confrontato con il 110% degli Stati Uniti il 96% della Korea del Sud. “Anche questo dato ci spinge a credere che l’azionario cinese abbia ancora molto spazio, specialmente le aziende di piccola e media taglia, che sono il vero motore della crescita”, conclude Gambarini. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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