Le leggende metropolitane dei mercati

Sui mercati finanziari non esistono formule miracolose ed è meglio diffidare da chi promette di guadagnare sempre o consiglia di non cambiare mai strategia.  

Sara Silano 22/05/2014 | 10:33
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In un mercato volatile gli investitori di solito sentono tre sirene diverse che, tuttavia, rischiano di farli sfracellare comunque sugli scogli. La prima ha la voce rotta dal panico e urla di vendere tutto e mettere i soldi sotto il materasso. La seconda invita alla calma, dice di ragionare nel lungo termine e aggiunge che non vale la pena cambiare strategia. La terza arriva suggerendo formule miracolose per riempirsi le tasche di soldi.

L’investitore accorto non deve mettere i tappi alle orecchie, ma deve essere in grado di separare i fatti dai miti che girano per i mercati. Ecco le leggende più comuni.

Il mercato azionario è per tutti
La realtà è che, indipendentemente dalle potenzialità di investimento, l’equity (come qualsiasi tipo di asset class) presenta dei rischi. Questi pericoli possono essere troppo grandi da comprendere o da accettare per alcuni investitori. Per loro muoversi sui mercati azionari significa avere ansia e paura che, in caso di mercati Orso si possono trasformare in panico e isteria. E vivere in uno stato di continua tensione rende inutile qualsiasi tipo di guadagno.

Il mercato azionario può solo crescere
Molte persone credono che l’equity, nel lungo termine, non possa far altro che salire. In base a questa teoria, le fasi di ribasso non sarebbero altro che incidenti di percorso che, se ben utilizzati, si possono trasformare in opportunità di acquisto. Si tratta di idee che piacciono molti a un certo tipo di consulenti finanziari e di gestori perché inducono gli investitori a comprare sempre di più e ad accettare una gestione passiva del portafoglio. Certo, Orso e Toro sono momenti naturali del mercato. Ma una legge fondamentale degli investimenti dice che le cose che si conoscono sono poche rispetto a quelle che si ignorano. Questo non significa che si devono evitare del tutto i rischi, visto che l’incertezza crea delle opportunità. Bisogna però essere consci del fatto che investire – anche nelle azioni – non è una garanzia di sicuro guadagno.

La strategia non si cambia
Falso. I bravi gestori di fondi hanno strategie da utilizzare nei momenti buoni e piani da tirare fuori quando le cose vanno male. Sicuramente si può avere pazienza durante le correzioni. Ma non avere una exit strategy significa affidarsi alla fortuna. Negli ultimi 100 anni i maggiori mercati mondiali hanno registrato crolli anche del 70%. Non si può escludere che accada anche in futuro.

Bisogna puntare solo al guadagno
Molti investitori dimenticano che, spesso, investire significa limitare le perdite. Alcuni fallimenti fanno parte del normale processo di lavoro sui mercati. Se il crollo rischia di diventare troppo forte, però, bisogna uscire dall’investimento. Anche a costo di sacrificare futuri guadagni. Come dicono alcuni operatori “non si tratta di avere ragione, ma di non avere torto troppo spesso”.

Cresce il rischio, aumenta il rendimento
Nel corso della storia molte persone hanno puntato tutto quello che avevano nella ricerca di un tesoro di una miniera o dell’El Dorado. E hanno perso tutto. Sui mercati, ridurre la volatilità e l’esposizione ai pericoli, di solito si traduce in maggiori rendimenti nel lungo termine. Le strategie ad alto rischio, nel lungo termine, non hanno successo. Molte fortune, al contrario, sono costruite grazie a un meticoloso processo di risk management. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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