Il papà dell’euro vuole meno debiti e più riforme

Per l’ex ministro delle finanze tedesco Theo Waigel, intervenuto alla Morningstar Investment Conference a Vienna per uscire dalla crisi i paesi devono mettere in atto riforme strutturali e preservare dei buoni fondamentali di bilancio.

Valerio Baselli 14/03/2013 | 00:30
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Per Theo Waigel,  ministro federale delle Finanze nei governi Kohl III, IV e V, dal 1989 al 1998, l’euro è sempre stato come un figlio. Tanto che ne ha scelto anche il nome. E ne rivendica la nascita come un cambiamento storico, la giusta evoluzione di un percorso iniziato coi Trattati di Roma del 1957, passato per quello di Maastricht del 1992 e giunto, per ora, a quello di Lisbona del 2007. 

“Negli ultimi 60 anni in Europa hanno regnato la pace e la democrazia, cosa mai successa prima. Questo rende il progetto dell’unificazione europea unico nel mondo”, ha detto l’ex ministro alla Morningstar Investment Conference di Vienna. “E l’euro ha un ruolo di primo piano in tutto ciò. Uno dei fondatori del mio partito diceva che molto difficilmente un paese entrerà in guerra con un altro stato che usa la stessa moneta. Per questo l’euro è molto di più che una semplice valuta”.

Verso gli Stati Uniti d’Europa?
Eppure siamo solo all’inizio. “Il progetto europeo non è puramente economico, ma politico. L’obiettivo è quello di avere gli Stati Uniti d’Europa”, spiega Waigel. “Certo non subito, questo è impossibile. Ma se si lavora nella giusta direzione fra 20 o 30 anni potrà essere realtà”.

Più facile a dirsi che a farsi. “L’Europa ha bisogno di trovare il proprio modello sociale. Ci vuole molta più collaborazione tra paesi. L’unione bancaria e fiscale sono i prossimi passi da fare, ma alla fine l’importante sarà poter contare su una legittimazione democratica a livello continentale per poter prendere delle decisioni comuni su diversi aspetti, non solo monetari”.

Dalla crisi si esce assieme
Theo Waigel ci tiene a sottolineare che la tempesta che si sta abbattendo sul Vecchio continente “non è una crisi dell’euro, ma  riguarda l’indebitamento di alcuni paesi della comunità”. Per uscire da questa situazione la strada sembra obbligata: “I paesi devono mettere in atto riforme strutturali e preservare dei buoni fondamentali di bilancio. Non si possono aumentare i livelli d’indebitamento”.

Tuttavia, l’ex ministro tedesco ci tiene a sottolineare che “tutti i vantaggi derivanti dall’entrata nell’euro non erano gratis, implicavano anche dei doveri. Oggi è arrivato il momento di mettere in atto misure di solidarietà e aiuto a quei paesi che si trovano in difficoltà”.

Per consultare nel dettaglio il programma della conferenza, clicca su Agenda. Qui, invece, il sito dedicato all’evento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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