Greggio in corsa, nonostante la crisi

L’Aie alza le stime sulla domanda, mentre l’Opec è più prudente. Occhi puntati sulle riserve strategiche statunitensi.

Marco Caprotti 28/08/2012 | 11:31
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Le commodity tengono un buon passo. Ma non tutte le risorse naturali viaggiano allo stesso ritmo. L’indice S&P Global Natural Resources nell’ultimo mese (in euro) ha guadagnato quasi il 4%. Gli operatori puntano i riflettori sull’oro nero e sulle derrate agricole.

Barile meno ricco
Nell’ultimo mese i contratti sul petrolio hanno registrato incrementi delle quotazioni sia sul mercato londinese (Brent) sia su quello americano (Wti). Le stime sulla domanda sono, però, contrastanti. Secondo l’Opec (il cartello dei produttori) nel 2013 resterà debole a causa della crisi del debito nella zona dell’euro, della timida ripresa negli Stati Uniti e del rallentamento dei paesi emergenti. L’Opec ha, infatti, rivisto le previsioni di crescita mondiale dal 3,3 al 3,2% e quelle sul prezzo del petrolio, stimato in diminuzione.

Per contro, l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) ha recentemente alzato le stime sulla domanda, perché i consumi globali si mantengono comunque alti, nonostante quelli americani siano ai minimi da quattro anni. L’Aie ha anche messo in luce alcuni problemi legati all’offerta, tra cui i rischi geopolitici e le esigenze di manutenzione degli impianti nel Mare del nord. Inoltre, l’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro ha reso il conto più salato nel Vecchio continente.

Gli operatori guardano anche a quello che accadrà in America dopo il Labour day (3 settembre). Generalmente, i prezzi della benzina scendono con la fine della stagione estiva, ma se ciò non accadrà gli Stati Uniti potrebbero prendere seriamente in considerazione l’utilizzo di risorse strategiche per ridimensionare i prezzi.

L’alimentare viaggia
Dopo tre mesi di ribassi, l’Indice Fao dei prezzi del settore agricolo, a luglio è salito del 6%. Il brusco balzo in avanti è stato per lo più dovuto al rialzo dei valori delle granaglie e dello zucchero, mentre quelli della carne e dei prodotti lattiero-caseari non hanno subito forti variazioni, ha spiegato la Fao, rilevando che l’impennata (l’indice mensile segna una media di 213 punti) è tuttavia al di sotto del picco raggiunto a febbraio 2011. I prezzi cerealicoli hanno registrato a luglio un balzo del 17% rispetto a giugno. 

Le deteriorate prospettive della produzione di mais negli Stati Uniti a luglio, causate dai danni della prolungata siccità, hanno spinto al rialzo i prezzi di quasi il 23%. Anche le quotazioni internazionali del grano sono salite del 19% e sono peggiorate le stime della Federazione russa. Incremento abbastanza marcato nello stesso mese anche del prezzo dello zucchero, schizzato del 12%.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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