Gestori, azioni sì, meglio asiatiche

Volatilità in Europa. Wall Street punta i fari sulle trimestrali. Tokyo ha i numeri per correre. L'appetito per il rischio favorisce gli emergenti.

Sara Silano 12/04/2012 | 16:16
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Gli investitori cambiano prospettiva. Più che dall’abbondanza di liquidità, i mercati azionari sono mossi dagli annunci degli istituti statistici e dalle trimestrali aziendali. Il risultato è una maggior volatilità, che dipende dalla bontà dei dati. E il quadro è a tinte fosche. A dirlo sono i gestori italiani ed esteri, interpellati da Morningstar nell’ultimo sondaggio sulle previsioni per i prossimi sei mesi.

Europa sulle montagne russe
Nel Vecchio continente, le valutazioni azionarie sono a livelli storicamente bassi, ma la situazione congiunturale è recessiva. I gestori non sono concordi su quanto i mercati scontino la debolezza dell’economia e prevedono un’elevata volatilità nei prossimi mesi. Nella seconda parte dell’anno, il quadro dovrebbe diventare più chiaro e le tensioni allentarsi. Molto dipenderà anche dall’evoluzione della crisi del debito sovrano. Per queste ragioni meno del 30% degli intervistati prevede un apprezzamento delle Borse, mentre oltre il 47% si attende un’oscillazione attorno agli attuali livelli.

Le previsioni per l’Italia non differiscono da quelle europee. Le misure proposte dal Governo e le trattative a livello europeo dovrebbero portare maggiori acquisti in Piazza Affari. La percentuale di ottimisti è maggiore del resto del continente (52,9%).

Usa, focus sulle trimestrali
L’economia americana dà segnali di miglioramento, talvolta al di sopra delle attese. In particolare, il tasso di disoccupazione dell’8,2%  è al minimo degli ultimi anni e il mercato immobiliare sembra ormai stabilizzato. “La crescita per il 2012 dovrebbe attestarsi attorno al 2,5%”, dice Massimo De Palma, responsabile asset management di Swiss&Global Am Sgr. “Benché al di sotto della media storica, resta comunque un dato positivo”. Wall Street, tuttavia, non è immune da quello che succede in Europa. Inoltre, le valutazioni sono eque e gli investitori puntano gli occhi sulla stagione delle trimestrali appena cominciata. Le stime indicano una crescita degli utili, ma la prudenza è d’obbligo in un contesto globale ancora debole. I gestori appaiono dunque divisi tra chi prevede un aumento delle quotazioni (41%) e chi un’oscillazione attorno agli attuali livelli (47%).

Tokyo in corsa
Dopo il terremoto, le aziende giapponesi si sono rimboccate le maniche e cominciano a raccogliere i frutti. La domanda interna è solida e il credito bancario è aumentato. Le azioni della Banca centrale per indebolire lo yen verso le principali valute stanno dando risultati. Le buone notizie hanno favorito il mercato azionario e nel primo trimestre dell’anno l’indice Msci Japan ha guadagnato circa il 20% (in yen). Per oltre la metà dei gestori esistono ulteriori spazi di apprezzamento, anche se Tokyo è fortemente influenzata dalle oscillazioni del sentiment degli investitori.

Asia ancora su
E’ opinione condivisa tra i gestori che i mercati asiatici crescano nei prossimi sei mesi. Le banche centrali sono pronte ad intervenire con manovre espansive se l’economia dovesse dare segni di cedimento. Le Borse dovrebbero beneficiare anche della maggior propensione al rischio degli investitori. Il continente continua ad essere il preferito dai fund manager, con il 64,7% che si attende un aumento delle quotazioni nei prossimi sei mesi.

Tassi core ai minimi
Nell’area euro rimangono le tensioni. Di conseguenza, i prezzi del Bund tedesco potrebbero aumentare a fronte di una discesa dei rendimenti nel breve. Ma successivamente i tassi potrebbero risalire. Molto dipenderà dall’andamento dell’economia. Per quanto riguarda il BTp italiano, i gestori considerano le cedole molto interessanti, in un contesto di allentamento dei timori di disintegrazione dell’Unione.

Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha confermato che non varierà i tassi di riferimento fino al 2014, quindi gli investitori non si attendono grandi cambiamenti rispetto all’attuale rendimento dei Treasury.

Euro giù
Quasi il 60% dei gestori stima un rafforzamento del dollaro sull’euro nei prossimi sei mesi. La ragione principale è la migliore situazione congiunturale degli Stati Uniti rispetto al Vecchio continente, che si trova in una situazione recessiva, anche se con disparità tra paese e paese. L’attenzione è rivolta alle prossime mosse della Banca centrale europea, che dovrebbe mantenere i tassi bassi, a meno di un’impennata dell’inflazione causata dall’aumento del prezzo del petrolio.

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra il 2 e l’11 aprile, 17 delle principali società di diritto italiano ed estero operanti sul territorio. Si tratta di Banca Reale, Bnp Paribas AM Sgr, Carmignac Gestion, Eurizon Capital Sgr, Fideuram Sgr, Ing Investment Management, Investitori Sgr, La Française des Placements, M&G, Nemesis, Pioneer Im, SCM Sim, Sella Gestioni Sgr, Swiss&Global AM Sgr, Threadneedle, Union Bancaire Privéee, VG.SA.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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