Il caffè macina rendimenti

Calo delle scorte, aumento della domanda e speculazione spingono al rialzo il prezzo della commodity agricola.

Valerio Baselli 05/07/2010 | 10:14
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In una famosa pubblicità, Nino Manfredi recitava che il caffè è un piacere. Un piacere che rischia di diventare sempre più caro visto il recente rimbalzo delle quotazioni sui principali mercati. Il prezzo dell’Arabica (la tipologia di caffè più diffusa al mondo) ha infatti toccato a metà giugno, sulla piazza di New York, quota 1.671 dollari a tonnellata, record degli ultimi 12 anni, spinto anche dal calo nelle scorte degli Stati Uniti. Da inzio anno, il caffè ha messo a segno un rialzo di circa 25 punti percentuali. Sul mercato londinese, invece, il future sul caffè ha segnato +25% solo nell’ultimo mese, anche a causa di ingenti manovre speculative.

Uno dei pregi di questa commodity agricola è di risultare meno dipendente dal ciclo economico rispetto alle altre principali materie prime. Le quotazioni hanno cavalcato nelle ultime settimane la decisa riduzione delle scorte mondiali (calate rispetto a 12 mesi fa del 27%), diretta conseguenza della carenza produttiva soprattutto a causa dei danni causati dalle piogge in Brasile l’anno passato. Contemporaneamente, la domanda ha visto un forte incremento anche durante il periodo recessivo. La spinta ai consumi di caffè arriva particolarmente dai Paesi emergenti, in via principale da quelli asiatici.

Secondo i dati dell’International Coffee Organization, la domanda di caffè ha continuato a crescere negli ultimi anni, passando dai 130 milioni di sacchi del 2008 ai 134 milioni stimati per il 2010. Secondo l’Organizzazione, per l’anno corrente è ipotizzabile un gap tra domanda e offerta di 11 milioni di sacchi. Dovrebbe quindi continuare l’eccesso di domanda che ha provocato il balzo nei prezzi, almeno fino al 2011. Le statistiche vedono infatti una produzione in ripresa per quell’anno. La spinta principale dovrebbe arrivare dal primo produttore al mondo, il Brasile, seguito da Vietnam, Colombia e Messico.

A Piazza Affari è presente un solo Exchange traded fund sul caffè, l’Etfs Coffee (+37% da inizio anno; dati in euro al 30 giugno), replicante dell’indice Dow Jones Ubs Coffee Sub-Index, basato sui future newyorchesi sul caffè. La valuta di scambio del caffè è ovviamente il dollaro, ma l’Etc è quotato in euro, quindi gli investitori sono esposti al rischio di cambio.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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