La vera crisi parla spagnolo

Se saltasse la penisola iberica, l'effetto domino si farebbe sentire in tutta Eurolandia e in America latina.

Marco Caprotti 03/06/2010 | 09:34
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Altro che Grecia e Portogallo. E’ la Spagna la vera linea di confine oltre la quale Eurolandia rischia di andare a gambe all’aria. “Non crediamo che il fallimento dei primi due Paesi possa far crollare la regione nell’abisso”, spiega Matthew Warren, responsabile delle analisi sul settore finanziario di Morningstar.“Potrebbero esserci crisi bancarie circoscritte ai due mercati, pressioni su altri istituti europei e un aumento della volatilità delle Borse, ma gli effetti sarebbero circoscritti”.

La linea di demarcazione, invece, coincide con la penisola iberica. “Se la Spagna dovesse andare in default a causa del suo debito, gli effetti si farebbero sentire in maniera trasversale su tutto il sistema finanziario europeo a causa delle interconnessioni che le banche del Paese hanno con quelle del resto di Eurolandia”. Madrid ha emissioni obbligazionarie per oltre 80 miliardi di euro, circa due volte l’ammontare dovuto agli obbligazionisti da Grecia e Portogallo insieme. Le banche tedesche detengono titoli di Stato spagnoli per circa 240 miliardi di dollari, che secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali, corrispondono a cinque volte la loro esposizione verso la Grecia e rappresentano la maggiore esposizione al debito spagnolo, dopo quella del Regno Unito. Anche le banche francesi sono più esposte al debito spagnolo che a quello greco.

Il Paese, intanto, viene snobbato dagli acquirenti. Lo spread tra il decennale spagnolo e quello tedesco è salito a 180 punti base rispetto ai 170 circa di ieri. Nel frattempo, l’indice Msci del Paese da inizio anno (fino al 2 giugno e calcolato in euro) ha perso quasi il 24%.

L’agenzia di rating Fitch, dopo la collega Moody’s, ha tagliato il rating sul debito spagnolo ad AA+, abbassandolo di un livello poiché a suo vedere la ripresa economica del paese sarà “più tenue” di quanto stimato dal governo a causa della manovra di correzione del deficit pubblico. “L’abbassamento riflette il giudizio di Fitch che il processo di aggiustamento a un più basso livello di indebitamento ridurrà in misura tangibile il tasso di crescita dell’economia spagnola nel medio termine”, spiega una nota dell’analista Brian Coulton. L’agenzia ha anche tagliato i rating di Madrid sul debito di lungo termine in valuta straniera e in euro ad AA+ da AAA.

Un default della Spagna, al di là degli effetti sul Vecchio continente, sarebbe visto con forte preoccupazione anche al di là dell’Oceano. Santander e Bbva, ad esempio, oltre ad essere i primi istituti iberici sono anche fra i primi trenta al mondo con una fetta importante del loro business in America latina.

Il Santander, da solo, secondo una stima di Morningstar, ha un’esposizione sui debiti sovrani di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna che rappresenta il 39% del suo portafoglio totale. “Una svalutazione di questi asset avrebbe effetti pesanti sulla struttura della banca e, visti i suoi legami con il resto del mondo finanziario, anche su altri istituti”, continua Warren. “Il risultato sarebbe un aumento del costo del debito in tutta la zona Euro e, potenzialmente, un congelamento dei prestiti interbancari”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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