L'importanza della diversificazione

Essere esposti su più asset in questo momento riduce le perdite. E prepara alla ripresa.

Marco Caprotti 20/02/2009 | 08:47
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Diversificare, diversificare, diversificare. Il mantra viene ripetuto in questi giorni dagli investitori internazionali e dagli analisti. Morningstar, da parte sua, ha sempre insistito sull’importanza di questa strategia: riduce i rischi perché i diversi asset all’interno del portafoglio tendono a fare bene in momenti differenti, rendendo più costanti i rendimenti.

Un portafoglio interamente investito in azioni large cap growth, per esempio, dal 1995 al 1999 avrebbe guadagnato il 30% all’anno ma avrebbe perso circa il 20% (sempre annualmente) dal 2000 al 2002. Se all’interno del portafoglio ci fosse stato un 30% di obbligazioni avrebbe ridotto i guadagni durante la fase toro di fine anni ’90, ma avrebbe ridotto le perdite durante il tracollo degli anni seguenti.

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Nel 2007-2008 e in questa prima fase del 2009, molte strategie di investimento sono state messe a dura prova dall’andamento dei mercati. Compresa la diversificazione. All’inizio della crisi attuale si potevano ancora individuare oasi di tranquillità come i mercati emergenti o i titoli legati alle commodity. Ma con il passare del tempo i posti in cui ripararsi sono progressivamente spariti. Si è salvato solo il Tbond, percepito ancora come l’unico asset veramente sicuro. A questo punto è lecito chiedersi se valga ancora la pena diversificare. La risposta la lasciamo a David Kathman, analista di Morningstar con base a Chicago: “La seconda parte del 2008 è stata certamente dolorosa per tutti gli investitori. Ma, dicono gli esperti di asset allocation, sarebbe un grande errore trarre conclusioni affrettate da questo periodo particolare. E’ vero che la diversificazione nella crisi attuale non è efficace come al solito. Tuttavia aiuta ancora. Bisogna inoltre considerare che le condizioni anomale dei mercati non dureranno per sempre”.

Prendiamo la più classica delle forme di diversificazione: un portafoglio con esposizioni sull’equity, sui bond e sulle valute (magari con l’aggiunta di oro o immobili). Questo sistema permette di calibrare il rischio in base alla tolleranza dell’investitore. In generale, maggiore è l’esposizione in azioni, più aumentano i rischi. Aggiungere obbligazioni o asset valutari permette di subire meno gli eccessi del mercato, sia in alto che in basso. “E' vero che l’anno scorso molti bond hanno perso terreno insieme alle azioni e alcuni sono crollati in maniera spettacolare”, continua Kathman. “Tuttavia gli investitori che l’anno scorso hanno diversificato con le obbligazioni hanno perso molto meno rispetto a chi era esposto al 100% in azioni”.

In un mercato come quello degli ultimi mesi potrebbe venire la tentazione di investire interamente in valuta o in Tbond. “Il problema è che prima o poi il mercato equity salirà”, dice l’analista. “Avere una posizione ultradifensiva farà perdere buona parte dei guadagni quando ci sarà la ripresa”. Peraltro non mancano i segnali che qualcosa stia accadendo: le obbligazioni high yield, per esempio, in questa prima parte dell’anno sono fra le asset class migliori, mentre i Treasury sono scesi in maniera significativa rispetto ai picchi toccati nel 2008.

“Insomma, il crollo dei mercati, pur se doloroso, non cambia il fatto che la diversificazione del portafoglio continua ad essere importante”, conclude Kathman. “E’ vero che può sembrare meno importante nei momenti di panico generalizzato. Ma bisogna pensare che questi periodi non durano per sempre. Quando i listini si riprenderanno, la diversificazione sarà fondamentale”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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