Biotecnologici europei in fermento

Fusioni e acquisizioni sul versante europeo hanno caratterizzato le ultime settimane e posto le basi per decisi cambiamenti nei futuri assetti societari. Il settore a livello globale ha chiuso marzo in leggera frenata, con l’indice Msci World healthcare in calo dello 0,3%.

Maria Grazia Briganti 06/04/2004 | 13:13
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Marzo è stato un mese contrastato per i fondi specializzati sul comparto farmaceutico e delle biotecnologie: gli esteri venduti in Italia hanno guadagnato in media il 2,5%, con il Pictet Biotechnology in rialzo di oltre il 15%, mentre gli italiani hanno ceduto in media l’1,8%.

Il settore si è confermato uno dei più effervescenti dal punto di vista societario, non solo per le buone notizie provenienti dagli utili, ma anche degli assetti di gruppo che confermano il trend di consolidamento del settore in atto. Le operazioni di fusione e acquisizione hanno riguardato sia società biotech come Amgen e Tularik, che gruppi chimici –come Lyondell Chemical e Millennium Chemicals- che farmaceutici.

Il mercato giapponese, in particolare, è stato animato dalla fusione tra Yamanouchi e Fujisawa, che contenderanno quote di mercato a Takeda, la più grande azienda farmaceutica giapponese, che gli analisti di Schroders ritengono attualmente sottovalutata in termini di prospettive di crescita e che quindi giudicano particolarmente attraente.

Sotto i riflettori anche il comparto europeo: mentre i risultati operativi pubblicati si sono dimostrati sostanzialmente in linea con le attese, il settore dei farmaceutici resta attraversato da voci e prospettive di possibili acquisizioni, che potrebbero cambiare l’intero panorama.

La svizzera Novartis, in particolare, ha annunciato di essere interessata ad assumere il controllo del gruppo franco-tedesco Aventis, dopo aver compiuto uno studio sulla fattibilità di una fusione fra i due giganti farmaceutici. Dalle conversazioni telefoniche tra Daniel Vasella, ad di Novartis e Igor Landau, ad di Aventis, sembrerebbe infatti emergere che il management di quest’ultima sia più propenso ad accettare tale fusione piuttosto che l'offerta di acquisto ostile di 48 miliardi di euro lanciata dalla francese Sanofi-Sinthélabo. La pensa diversamente il governo parigino che, secondo fonti di stampa, farà di tutto per impedire che gli svizzeri mettano le mani sul gruppo francese.

Gli elvetici, tuttavia, continuano la loro espansione in Francia, anche con Basilea Pharmaceutica, società costituita nell'ottobre del 2000 dalla Roche, che sta per quotarsi alla Borsa parigina. Grazie alla transazione, che prevede l’offerta inizialmente a investitori privati e istituzionali svizzeri, nelle casse della società attiva nel trattamento delle malattie dell'epidermide, dovrebbero affluire 215 milioni di franchi.

Per quanto riguarda le grandi case al di là dell’Oceano, infine, si sono registrate poche variazioni. Per i gestori, a destare interesse è soprattutto il settore biotecnolgico, caratterizzato da un ciclo di vita del prodotto molto dinamico e con nuove autorizzazioni previste a breve termine. Anche per il comparto farmaceutico invece, la scadenza dei brevetti e i contrasti con le autorità sono già incorporate nei prezzi e il panorama è dunque leggermente migliorato.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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