Lula non fa più paura

Dopo i timori che hanno caratterizzato gli ultimi mesi sembra che la vittoria, ormai scontata, di Lula da Silva non spaventi più i mercati finanziari. La crisi si aggrava invece in Venezuela.

Alessandro Simone, 25/10/2002 | 11:30
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Gli ultimi sondaggi per le elezioni presidenziali brasiliane continuano a dare in forte vantaggio il candidato della sinistra, Ignacio Lula da Silva, con un vantaggio del 30% sul suo avversario Josè Serrà, candidato dell’attuale Governo e benvisto dalla comunità finanziaria internazionale. Ma dopo mesi di calo il Bovespa, il principale indice azionario della Borsa di San Paolo, ha ricominciato a salire, recuperando in sole due settimane più del 17%, chiudendo giovedì a quota 9.799,16 punti. Tra i titoli che hanno guidato la ripresa del listino ci sono il colosso petrolifero Petrobras e Bradesco, la più importante banca privata del Paese, che in settimana hanno guadagnato più del 10%.

In molti pensano che il Bovespa sta risalendo perché ha ormai scontato al 100% la vittoria di Lula

e che i mercati aspettano solo di vedere i suoi primi provvedimenti per giudicarne la politica economica. Proprio in settimana Lula e alcuni suoi collaboratori hanno rassicurato gli ambienti finanziari promettendo che il Governo farà ogni sforzo necessario per tenere in equilibrio i conti pubblici e che appoggerà le proposte sul piatto per lo sviluppo del mercato dei capitali brasiliani.

In calo l’indice messicano IPC, che ha perso l’1,3%, mentre è stabile invece, dopo i forti rialzi delle settimane precedenti, il mercato azionario argentino. Dopo un avvio di settimana in rialzo molti investitori hanno preferito realizzare i profitti e ora gli occhi restano puntati all’accordo che il Presidente Duhalde dovrebbe raggiungere nei primi giorni di novembre con il Fondo Monetario Internazionale.

Non dà tregua la crisi economica in Venezuela, generata dalla discesa del prezzo del petrolio a 27 dollari al barile. In settimana il Ministro delle finanze ha annunciato che il Prodotto interno lordo del 2002 sarà in calo del 4,5-5% e che il Paese corre il rischio di una forte recessione, tutto questo mentre la Confindustria locale ha cominciato a raccogliere firme per ottenere elezioni anticipate e alcuni alti ufficiali dell’esercito, già coinvolti nel tentativo di golpe dell’aprile scorso, hanno chiesto le dimissioni del Presidente Hugo Chavez.

I sei fondi azionari di diritto italiano che investono in Sud America questa settimana hanno guadagnato il 5,2%, quelli esteri il 5,9%.

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