Come trovare il giusto equilibrio tra debito e reddito

Non tutti i debiti sono cattivi. Ma come puoi capire se il tuo è un debito buono?

Andrew Willis 05/01/2023 | 09:05
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Debt Calculation

Poiché i nostri conti bancari vengono colpiti sia dall'inflazione che dagli aumenti dei tassi di interesse, potrebbe valere la pena ricontrollare il delicato equilibrio tra i nostri debiti e i nostri guadagni, specie se i primi stanno diminuendo.

Che cos'è il rapporto debt-to-income e perché è importante?
"Il tuo rapporto debt-to-income (debito/reddito, DTI) è una misura che mette in relazione il costo mensile del tuo debito con i tuoi flussi di reddito", dice Sarah Newcomb economista comportamentale di Morningstar. "Il tuo rapporto DTI influisce sulla tua solvibilità nei confronti dei finanziatori e può avere un grande impatto sul costo del debito", aggiunge.

Per stimare il tuo DTI, inizia sommando tutti i tuoi pagamenti mensili legati ai finanziamenti in corso (mutuo, rate per l’acquisto dell’auto e di altri beni, il conto delle carte di credito, spese scolastiche), o qualsiasi pagamento mensile fisso elevato che non puoi evitare, e dividi tutto per il tuo reddito mensile al lordo delle imposte.

Ecco un esempio:
Supponiamo di pagare 1.500 euro al mese per un mutuo o un affitto, più 200 euro in pagamenti fissi mensili, 100 euro per il conto della carta di credito e 200 euro per spese scolastiche. In totale avremo 2.000 euro in pagamenti mensili. Se il tuo reddito è pari a 6.000 euro, il rapporto debito/reddito è pari al 33%.

Un rapporto debito/reddito del 33% significa che un terzo del tuo reddito è destinato a mantenere il tuo debito attuale e, secondo gli esperti, è più o meno il livello massimo a cui dovrebbe arrivare.

Qual è un buon rapporto debito/reddito?
"Esistono diverse scuole di pensiero su quello che dovrebbe essere un ‘buon’ DTI, ma se vuoi garantirti il miglior tasso di interesse da parte della tua banca ti conviene mantenere il tuo DTI al di sotto del 36%”, afferma Newcomb.

Altri, invece, preferiscono essere più prudenti e suggeriscono di mantenere il DTI al di sotto del 25%: “Quando incontriamo i clienti, una delle prime cose che vogliamo fare è esaminare il mutuo e quanto aumenta, in un periodo di tempo, rispetto al reddito lordo. È importante che il debitore tracci la linea rossa su quanto debito aggiuntivo può gestire. Alle banche piace prestarti denaro, quindi arrivano a considerare un rapporto fino al 43%. Il problema è quando i tassi di interesse salgono e le persone che erano a un DTI del 43% finiscono per raggiungere il 50%", afferma Jean-Marie Chan, financial advisor e fondatore di Money Coach JM.

A quel punto è molto difficile fare progressi. "Se hai un DTI elevato", afferma Newcomb, "ti verranno addebitati tassi di interesse più elevati per i prestiti e questo potrebbe innescare un circolo vizioso”.

Se si vuole creare ricchezza, un'attenta gestione del debito è fondamentale. Un dollaro risparmiato all'età di 25 anni non è lo stesso che si risparmia all'età di 55 anni. Ce lo insegna la teoria dell’interesse composto. Tuttavia, è molto difficile da fare se non si è disciplinati e se non si è in grado di resistere a tutta quella pubblicità che sa esattamente cosa ci piace comprare. 

Come abbassare il rapporto debt-to-income
Al giorno d'oggi ci troviamo di fronte a molte difficoltà quando cerchiamo di mantenere un budget limitato. Quindi, è importante affrontare eventuali abitudini di spesa eccessiva e capire quali sono le cause. Inizia a riconoscere i tuoi punti deboli: ci sono alcune aree di spesa in cui tendi a esagerare? Ci sono esigenze che guidano queste spese? Possono essere affrontate in modo meno costoso?

Cause comuni di spesa e debito, ad esempio, sono il riconoscimento e l'autostima. “Vedo giovani professionisti che hanno appena finito la scuola e iniziano a lavorare. E la prima cosa che fanno è comprare una Tesla. E non hanno ancora estinto il prestito studentesco. Capisco, hanno lavorato duramente e ora stanno guadagnando i loro primi soldi. Il problema è che ora hanno il debito dell'auto, devono anche trovare una casa e hanno ancora il debito studentesco. Ci vorranno anni per ripagarli, anche con un reddito elevato. Meglio, quindi, guidare una vecchia Volkswagen e cercare di ripagare prima il debito già maturato”, dice Chan.

Che dire del debito "buono"?
Ci sono dei debiti “buoni”, come quelli che ti assumi per pagarti gli studi o per acquistare la tua prima casa, e quelli “cattivi”, come i prestiti per investire in azioni quando il tuo profilo di rischio suggerisce che ripagare il debito già esistente sarebbe la decisione migliore.

"Alcuni anni fa, alcune persone mi dicevano: 'Posso prendere in prestito denaro all'1% o all'1,5% e investirli in asset che mi garantiranno un rendimento sicuramente più elevato’. Conosco persone che hanno investito pesantemente in azioni, senza seguire il loro profilo di rischio, e che sono state castigate dal crollo dei mercati. Altre, invece, a cui è andata bene”, aggiunge Chan.

Se hai deciso di ripagare i debiti, inizia dal debito "cattivo". Le carte di credito, ad esempio, hanno un interesse molto più elevato rispetto alle linee di credito garantite. Nella gestione del debito, sii anche consapevole della differenza tra il tuo rapporto DTI e il tuo "debt-to-limit", o grado di utilizzo del credito, che mostra quanto debito ti è stato messo a disposizione e quanto ne stai utilizzando.

Fare progressi è meglio che lottare per la perfezione
Infine, ricorda di essere paziente con te stesso nel tuo viaggio di riduzione del debito. Ci saranno errori e acquisti impulsivi lungo la strada, ma va bene così. "Il cambiamento di abitudini richiede tempo e la possibilità di sbagliare", afferma Newcomb, "Un modo per aiutarti a consolidare una nuova abitudine è premiarti immediatamente quando fai la cosa nuova (e buona) invece della vecchia (e sbagliata). La ricompensa non deve essere grande. Potrebbe essere anche una cosa semplice come un "Diamine, sì!" o una pacca sulla spalla.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Andrew Willis  Editor per Morningstar Canada

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