Entro il 10 giugno 2019, gli stati membri dell’Unione europea dovranno recepire la direttiva 2017/828 sull’”incoraggiamento dell’impegno a lungo termine degli azionisti”, che modifica la precedente Shareholders’ rights directive (n.2007/36/CE). La nuova normativa si propone di migliorare la governance delle aziende quotate attraverso un maggiore e più consapevole coinvolgimento degli azionisti.
Le regole prevedono, tra l’altro, che gli investitori istituzionali e i gestori di portafoglio rendano pubbliche le informazioni relative alla partecipazione attiva nelle società, ai voti e all’uso di servizi di proxy advisor. In questo modo, i sottoscrittori di fondi potranno conoscere il grado di coinvolgimento dei gestori nel governo delle imprese in portafoglio.
La situazione in Italia
In Italia, la bozza di decreto legislativo per il recepimento della direttiva è stata presentata lo scorso febbraio e ad oggi non ha ancora ottenuto l’approvazione parlamentare. La possibilità di votare nelle assemblee delle imprese, invece, è già prevista dal Testo Unico della finanza. All’articolo 35-decies, si legge che le società di gestione, sicav e sicaf (società di investimento a capitale fisso) “provvedono nell’interesse dei partecipanti all’esercizio dei diritti di voto inerenti agli strumenti finanziari di pertinenza degli Oicr gestiti, salvo diversa disposizione di legge”.
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